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Ci vediamo al Rondò?

Studiare, lavorare e giocare alla scoperta di sé stessi e dei propri talenti. A Cuneo è possibile

Ragazzi con la chitarra in spalla, altri che studiano concentrati, c’è chi lavora e, in fondo, una signora che legge il giornale. Il Rondò dei talenti è un luogo insolito, colorato, bellissimo, con i muri pieni zeppi di stimoli, spunti di riflessione, sui quali ognuno può lasciare la propria traccia. Appena entrati, alzando gli occhi, ci si accorge che persino sotto la grande scala a chiocciola gialla, che porta al primo piano, c’è una citazione. Trovando la posizione e l’inclinazione giusta della testa si legge infatti: “L’educazione è una tecnica di orientamento dell’anima. Indica il modo più facile di muoversi nella conoscenza”, Platone. L’educazione, il talento e l’orientamento sono, insieme, il motore e la bussola di questo grande polo socio-educativo che si trova in pieno centro a Cuneo, a due passi da Piazza Galimberti, la piazza centrale, e all’entrata di una delle porte della città dalla quale si scorgono le Alpi. Il progetto ha preso vita l’estate scorsa per volontà della Fondazione CRC, ma la sua storia inizia molto prima.

Già nel 2014, infatti, la Fondazione inizia a promuovere cinque progetti di orientamento per rispondere alla situazione estremamente critica di dispersione scolastica in provincia, coprendo i diversi quadranti territoriali. Non solo, apre anche un tavolo di coordinamento coinvolgendo gli enti del territorio e la Regione Piemonte. Da quella concertazione, con la guida di Paola Merlino, esperta in orientamento professionale, politiche del lavoro e pari opportunità, il tavolo comincia a occuparsi di talento. La prima attività è stata realizzata proprio all’interno del tavolo di coordinamento e parte da un lavoro sugli enti, sulle risorse di ciascuno e su ciò che avrebbero potuto mettere a disposizione del territorio. Da qui, prende avvio il primordio del Rondò, il progetto “La città dei talenti”, cofinanziato da Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile: una vasta rete di 15 partner, tra cui la Regione Piemonte, l’Ufficio scolastico territoriale, le cooperative e le realtà formative del territorio, con capofila la Cooperativa Sociale Orso.

L’idea di fondo è contrastare la dispersione scolastica attraverso l’orientamento precoce, coinvolgendo tutta la comunità educante: insegnanti, educatori, orientatori, operatori sociali, le imprese, gli animatori, i maestri di sport, i rappresentanti istituzionali. Il progetto porta alla costruzione di un vero e proprio modello orientativo, concertato e validato da tutte le esperienze in campo. Un modello che prevede modalità e obiettivi per le diverse fasce di età e una pluralità di strumenti e attività da realizzare. Ispirato al modello canadese ADVP (Activation du Developpment Vocationnel et Personnel), l’obiettivo è guidare lo sviluppo personale di bambini e ragazzi attraverso la conoscenza di sé e del proprio potenziale, l’esplorazione del mondo e il miglioramento della propria capacità decisionale, insieme all’aumento di abilità e competenze.

Il Rondò dei Talenti trova casa nell’edificio già sede di una banca acquistato dalla Fondazione nel 2019. «Ma non ci piaceva, era un luogo poco attraente, quasi dimenticato – confida il presidente della Fondazione CRC Ezio Raviola – gli abbiamo dato un’anima e un involucro bello, perché crediamo nel potere generativo della bellezza. Abbiamo dunque avviato una vera e propria rigenerazione di tutta la struttura. Quello del Rondò è stato un investimento grande e coraggioso. Eravamo decisi nel voler dare ai nostri giovani e a tutta la comunità un polo socio-educativo all’avanguardia, attrattivo, ma soprattutto innovativo ». Ecco allora che prende il via il lungo iter che porterà al Rondò dei talenti così come è oggi.

Il talento rimane il leitmotiv in tutte le fasi di realizzazione. Il concorso per la progettazione e la direzione dei lavori, aperto a fine 2019, viene infatti riservato ad architetti e ingegneri under 40. Come racconta l’architetta Greta Morandi, che ha seguito tutto il percorso di rigenerazione, «con questo bando si è data la  possibilità ad alcuni giovani architetti di poter progettare e realizzare un lavoro al quale difficilmente avrebbero avuto accesso. Una grande opportunità di crescita per chi lavora nel settore». A vincerlo è lo studio milanese dell’Architetto Marco Oriani che ne enfatizza la forma circolare originale, ma rinnovandola completamente in una struttura con ampie vetrate, luminosa e aperta alla città. Le vetrate hanno ispirato anche la realizzazione del logo del Rondò, per il quale la Fondazione ha voluto coinvolgere e dare opportunità di espressione alla creatività dei giovani: non è stato meramente commissionato a un’agenzia di grafica, ma si è deciso di aprire un bando per giovani under 30, studenti o lavoratori della provincia.

“Crediamo nel potere generativo della bellezza.
Eravamo decisi nel voler dare ai nostri giovani e a tutta la comunità
un polo socio-educativo all’avanguardia, attrattivo e innovativo” 

«Mentre la progettazione e i lavori nel cantiere andavano avanti, la curiosità della comunità è andata aumentando – racconta Irene Miletto, referente del Rondò –. Ricevevamo tantissime email con richieste, sollecitazioni, timori. Abbiamo dunque capito che non solo c’era un’attenzione collettiva, ma che esisteva il bisogno reale di un luogo come il Rondò».

Dunque, la Fondazione, insieme al Comitato di Quartiere, con il quale ha avuto un confronto costante, si è impegnata a coinvolgere quanto più possibile gli abitanti della città, non solo mettendo dei cartelli esplicativi sulle recinzioni del cantiere, ma anche organizzando alcuni eventi davanti alla struttura per spiegare quanto si stava realizzando all’interno, quali erano gli obiettivi e le attività che si sarebbero svolte. «Volevamo far capire, sin dal principio, – spiega Miletto – che il Rondò dei talenti non è una struttura della Fondazione. È un luogo di tutti e per tutti. L’abbiamo realizzato noi, ma l’obiettivo non è “adesso noi”, l’obiettivo è “adesso voi”. Crediamo che il messaggio sia arrivato: l’inaugurazione è stata una grande festa, oltre le nostre più rosee previsioni».

Questo messaggio viene dato anche dalla struttura, che è molto accogliente già dall’esterno. Il progetto di rigenerazione non si è fermato infatti all’immobile ma ha toccato tutta l’area antistante che, con ulteriori sforzi della Fondazione e del Comune, è diventata un’area pedonalizzata, rendendo il Rondò dei talenti una piazza, un punto di incontro e di ritrovo, il cui valore è enfatizzato dall’opera Il Terzo Paradiso dei Talenti di Michelangelo Pistoletto, realizzata con i disegni dei bambini delle scuole primarie. «La soddisfazione più grande è sentire i ragazzi dire “Ci vediamo al Rondò!”. Questo è quello che volevamo: farlo sentire un luogo della comunità» commenta ancora Miletto.

Il Rondò dei talenti non è una struttura della Fondazione.
È un luogo di tutti e per tutti. L’abbiamo realizzato noi, ma l’obiettivo non è “adesso noi”, l’obiettivo è “adesso voi”.
Il messaggio è arrivato: l’inaugurazione è stata una grande festa”

E di ragazzi il Rondò, infatti, è sempre pieno. Il piano terra, quello dedicato all’accoglienza, è stato letteralemente “occupato” dai giovani e fatto proprio come aula studio, che era solo una delle possibili destinazioni vagliate nella progettazione. Ma i bambini e i ragazzi popolano e danno vita anche al primo piano, sede del progetto PLIN, che avvicina i giovani alle nuove tecnologie, attraverso modelli educativi altamente innovativi. È sorprendente vedere ragazzi che studiano la matematica, il coding e la programmazione attraverso l’uso di bracci robotici. Si tratta del laboratorio e.Do, realizzato con COMAU, azienda leader mondiale nel campo dell’automazione: 5 isole didattiche dove gli studenti, guidati da alcuni esperti, programmano e comandando bracci robotici di piccola taglia, applicando e ripassando così gli argomenti disciplinari inerenti e sviluppando, al contempo, la capacità di lavorare in team. Mai visti dei ragazzi così entusiasti in una lezione di matematica! «È un’opportunità molto bella – ci dice uno di loro –. È un modo diverso per imparare materie noiose e complesse. Sembra un gioco, invece stiamo imparando. Se anche a scuola si facessero le lezioni in questo modo diventerebbe tutto molto più facile e interessante da seguire».

Salendo ancora, il secondo e terzo piano sono dedicati al progetto “La città dei talenti”. Insieme agli orientatori, qui bambini e ragazzi possono fare un vero e proprio viaggio alla scoperta di sé stessi. Ci sono giochi digitali e analogici, per esplorare le loro abilità motorie, comunicative, logiche, organizzative, creative e relazionali. C’è la Bottega, dove approfondire le diverse professioni, per provare a comprendere in cosa si sentono più bravi, confrontandosi con gli altri. Infine, c’è uno spazio dove poter accedere a libri, metodologie, strumenti e giochi, aperto a tutti. Per finire al quarto piano, con un magnifico salone a grandi vetrate e annessa terrazza che si affaccia alta sulla città, destinata ad eventi, convegni e momenti di scambio.

Insomma, il Rondò dei talenti è un luogo bello, innovativo, vitale, certificato LEED per la sostenibilità edilizia del fabbricato e rappresenta ormai la culla di un approccio educativo e di orientamento all’avanguardia. Non a caso, tantissime sono le richieste delle scuole da tutto il territorio: ogni volta che con Irene Miletto passiamo per l’accoglienza, le vengono lasciati dei post-it con le richieste di partecipazione alle attività. Il Rondò è inoltre un modello replicabile in qualsiasi parte del mondo, ed è già sbarcato in Europa. Con il progetto Talent Space, alcune scuole in Grecia, Polonia e Spagna sono diventate partner. Anche se i cuneesi si definiscono “bogianen”, un po’ chiusi, restii e non troppo espansivi, il riconoscimento è arrivato caloroso da tutti, giovani, famiglie, genitori, insegnanti, educatori, anziani, persino dal ristoratore che alla sera, vedendo sul tavolo i materiali del Rondò, ci ha detto: «Vi ringrazio perché avete dato alla città un posto eccezionale. Sono contento che mio figlio, quando diventerà grande, potrà passare il suo tempo e crescere lì».

Il Terzo Paradiso dei Talenti

 

Dalla metà degli anni Novanta, Michelangelo Pistoletto lavora sul tema del Terzo Paradiso: due cerchi opposti che trovano sintesi in uno centrale, simbolo del dialogo, dell’incontro e della possibile convivenza tra opposti. Per il Rondò dei Talenti, l’artista ha scelto nuovamente questa poetica, approfondendo il tema del talento, delle potenzialità e delle aspirazioni personali.  «Dopo aver visitato tutta la struttura, ancora in cantiere, e avendone scoperto gli obiettivi, le attività e le prospettive future – commenta Valentina Dania, referente settore Arte e Cultura della Fondazione CRC –, il Maestro si è confrontato anche con il comitato di quartiere, per creare un legame tra l’artista e la comunità.

Questo legame è un fattore fondamentale nell’arte pubblica per evitare quel senso di “respingenza”, spesso dovuto a una non comprensione dell’opera da parte della comunità».  Il risultato è “Il Terzo Paradiso dei Talenti”: una vasta installazione inserita in maniera armonica con la curvatura del Rondò e con la struttura della piazza, che presenta il simbolo sospeso in aria, composto da 122 disegni realizzati dagli studenti delle scuole primarie del territorio. «Quando lo abbiamo inaugurato – racconta Dania – è stato bello vedere tanti bambini fermarsi e girare intorno alla ricerca del loro disegno per poi trovarlo entusiasti». L’opera – parte dell’ampio progetto “A Cielo Aperto”, promosso dalla Fondazione CRC per celebrare i suoi trent’anni di vita e realizzato in collaborazione con il Castello di Rivoli – Museo di Arte contemporanea – che la comunità sente sua, il cui aspetto non è però definitivo. Il materiale utilizzato, infatti, l’acciaio corten, ha il pregio di maturare nel tempo e anche i disegni sono stati collocati in maniera tale da poter essere sostituiti in futuro, per dare nuova vita all’opera con le nuove generazioni di studenti.

Dalla rivista Fondazioni gennaio – marzo 2023