È un omaggio a uno dei più importanti e significativi artisti pistoiesi del Novecento la mostra “Pietro Bugiani. Il colore del tempo”, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, che molte opere di questo pittore possiede, acquisite nel corso degli anni ed esposte per il pubblico a Palazzo Sozzifanti fino al 31 gennaio. Un’ampia raccolta di oli, affreschi, dipinti, incisioni, disegni e sculture proposta ai visitatori secondo un percorso tematico distinto in sezioni. Tra queste una delle più interessanti è quella che, insieme al l’af fresco “L’adorazione dei pastori” conservato presso la Chiesa di San Domenico a Pistoia, espone alcuni cartoni preparatori risalenti agli anni Trenta. Pressoché inediti, di grandi dimensioni e di altissima qualità, per molti anni sono stati conservati dallo stesso artista, arrotolati in una cassapanca; sono quindi divenuti di proprietà della Fondazione, che oggi li presenta per la prima volta in questa occasione, dopo un lungo e accurato lavoro di restauro. È stato proprio il completamento di questo delicato intervento che ha spinto a organizzare la mostra, che propone anche tre dipinti provenienti da collezioni private.
«Più passa il tempo – ha dichiarato il presidente della Fondazione, Ivano Paci – più Pietro Bugiani si rive la un pittore destinato a durare, più la sua opera si rivela il frutto di una poetica, magari implicita o non del tutto teorizzata, in cui la trasfigurazione artistica del reale non si affida ad ardite sperimentazioni tecniche, ma a una progressiva interiorizzazione e contemplazione che il reale osservato restituisce sotto forma di pacata e trattenuta e, al tempo stesso, intensa emozione».
Pietro Bugiani (Pistoia 1905 – 1992) iniziò a dipingere giovanissimo. Fu apprezzato da Achille Lega e Giovanni Costetti. Frequentò lo studio di Felice Casorati e incontrò, tra gli altri, Carlo Levi e Arturo Tosi. Conobbe Rosai, Maccari e Morandi. Rimase attratto dalle opere di Carrà e di Soffici, con il quale nei decenni fu in costante rapporto.