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Per le persone senza fissa dimora l’avvocato è gratis

Con il prolungarsi della crisi continua a crescere il problema dei senza fissa dimora: uomini e donne che si trovano a non avere più una casa e che rischiano di scivolare improvvisamente ai margini della società. In risposta a questo problema nel 2006 è nata a Trento “Avvocati per la solidarietà”, un’originale iniziativa che ha lo scopo di garantire tutela giuridica, mediante assistenza legale gratuita, alle persone senza dimora. Il progetto è nato grazie a una partnership attivata tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, l’Area Inclusione Sociale del Comune di Trento, gli Ordini degli Avvocati di Trento e Rovereto e una vasta platea di organizzazioni non profit delle due città che si occupano del contrasto all’emarginazione sociale. Le persone senza dimora, oltre a non essere in grado di sostenere i costi della giustizia, sovente non hanno neppure cognizione dei propri diritti, degli strumenti a disposizione, delle strutture e delle persone a cui rivolgersi per chiedere assistenza. La consulenza legale viene prestata da un gruppo di avvocati-volontari presso un ufficio, il cosiddetto “sportello di ascolto”, aperto ogni giovedì pomeriggio a Trento nei locali della Cooperativa Sociale Punto d’Incontro e ogni due settimane (il martedì) a Rovereto, negli uffici messi a disposizione dal Centro Italiano Femminile. Lo sportello di ascolto ha iniziato l’attività il 30 novembre 2006 e ha riscontrato, da subito, un considerevole “successo”, protrattosi sino a oggi, con la risoluzione di circa un centinaio di casi ogni anno. Tra i beneficiari del servizio ci sono in prevalenza stranieri provenienti da Marocco, Tunisia e Romania, ma non mancano gli italiani. Spesso si tratta di persone con una situazione personale complessa, che coinvolge non soltanto profili di carattere giuridico, ma anche sociale, economico, sanitario e psicologico. Dai colloqui effettuati è emerso che le difficoltà principali attengono alla reale integrazione sociale. In particolare gli immigrati hanno grandi difficoltà a comprendere il funzionamento della burocrazia e a individuare le strutture e gli uffici provinciali che fanno al caso loro.

da “Fondazioni” marzo-aprile 2013