Le statistiche ci dicono che nel Mezzogiorno d’Italia è disoccupata una giovane su quattro ma, considerando che oltre mezzo milione di donne sfugge alle statistiche ufficiali, possiamo immaginare che il tasso reale di disoccupazione femminile arrivi a toccare il 30,6%. Inoltre al Sud la responsabilità di cura dei figli ha un effetto maggiore sull’occupazione femminile rispetto al Centro- Nord: è occupato il 34,6% delle madri che vivono al Sud o nelle Isole, contro un valore quasi doppio (68,8%) di quelle che risiedono al Nord. Questi dati allarmanti sono alla base di un importante intervento realizzato dalla Fondazione con il Sud, in partnership con Enel Cuore, nei quartieri difficili di Forcella a Napoli, Zisa a Palermo, Marina a Cagliari. Le due organizzazioni hanno stanziato complessivamente oltre un milione di euro e coinvolto 38 tra associazioni, cooperative sociali, enti pubblici e imprese private. Le risorse sono state utilizzate per favorire l’integrazione del le donne (in particolare immigrate) at tra verso lo sviluppo di attività che producano reddito e occupazione. Due i progetti finanziati a Napoli. Il primo, “Piazza bella Piazza” nasce per realizzare un centro in cui vengono offerti cinque servizi principali: Sportello donne, Sportello immigrate/i; Children Parking e moduli di cura dei bambini; Laboratorio teatrale. Il secondo, “Ieri, Oggi e Domani”, prevede un insieme coordinato di attività per la valorizzare il ruolo delle donne. A Palermo, nel frattempo, è partito il progetto “Domina” che, oltre ad attività di aggregazione, promozione, informazione e animazione territoriale, intende stimolare la creazione di impresa, supportando le donne con percorsi individuali e collettivi articolati in servizi di orientamento, formazione, coaching, consulenza e incubazione di impresa. A Cagliari, infine, è stato avviato “Marinando”, progetto che ha l’obiettivo di sperimentare servizi che favoriscono, da una lato, l’emersione della donna dall’esclusivo impegno nella vita domestica, dall’altro, l’attivazione di nuove modalità di organizzazione dei tempi di vita familiari per facilitarne l’occupabilità.