Ha senso parlare di distretti culturali in un posto come Firenze o la Toscana? Tutto qui parla di arte e di cultura, spesso ben valorizzate da un punto di vista turistico. Eppure c’è ancora tanta bellezza nascosta che non attende altro che di fare da volano all’economia produttiva. Già da tempo se ne sono accorti all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, sicché ben nove anni fa è nato il progetto “Piccoli, grandi musei” che, collegando con un unico percorso decine di musei minori del territorio, circoscrive aree ben definite, caratterizzate da alta densità di risorse culturali materiali e immateriali, un elevato livello di articolazione e integrazione di servizi rivolti all’utenza, qualità delle filiere produttive collegate. L’Ente Cassa ha catalogato il patrimonio di questi Musei, lo ha reso fruibile via internet ed ha allestito al contempo un sistema permanente di promozione turistica attraverso la realizzazione di campagne di comunicazione, l’organizzazione di eventi culturali e il lancio di grandi mostre. Tant’è che lo stesso Sottosegretario ai Beni e le attività culturali, Ilaria Borletti Buitoni, ha elogiato l’iniziativa in occasione di un’importante sequela di mostre dal titolo “Capolavori in Valtiberina tra Toscana e Umbria. Da Piero della Francesca a Burri e La Battaglia di Anghiari”, presentata nei giorni scorsi e organizzata in maniera diffusa in quest’ampio circuito museale, fino al 3 novembre prossimo, dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze insieme alle Regioni Toscana e Umbria. Il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Giampiero Maracchi, alla conferenza stampa di presentazione ha sottolineato: «Conferma la bontà del percorso intrapreso anche la beneaugurante coincidenza della presentazione a Firenze della nona edizione del progetto Piccoli Grandi Musei con il convegno sulle nuove prospettive dei distretti culturali, promosso dalla Fondazione Cariplo, sempre il 13 giugno ma a Milano. È segno – ha osservato – di una totale sintonia nell’affrontare un tema e nel valorizzare un settore che, come confermano gli studi più accreditati, rivela una sostanziale floridezza e riesce a resistere, molto meglio di altri, alle tendenze recessive prodotte dalla crisi economica». L’operazione “Piccoli, grandi musei” è stata ideata con il preciso scopo di contribuire alla creazione, allo sviluppo e al potenziamento di sistemi culturali integrati in aree territoriali caratterizzate da una precisa identità storico-culturale. E in questi nove anni ha coinvolto 67 Comuni delle Province di Firenze e Arezzo, 101 piccoli musei, 52 istituzioni, 65 emergenze storico-artistiche, 310 tra aziende e professionisti, 280 esercizi commerciali dei territori interessati, provocando un indotto che ha superato i 2 milioni di euro e un aumento del flusso turistico stimato dagli stessi operatori locali pari al 40%. Anche l’assessore toscano Cristina Scaletti ha evidenziato che «è questo un modo per restituire alle comunità locali una visione unitaria delle strutture museali e di attività che interagiscono e dialogano tra loro in una logica di sistema, diffusa anche in territori di confine»; mentre l’assessore umbro Fabrizio Bracco ha parlato di «straordinaria occasione di marketing territoriale, valorizzando un territorio che è il cuore della civiltà italiana e testimoniando la bontà della collaborazione tra regioni che, magari, hanno un pil basso, ma un’altissima tradizione di storia e di civiltà».