Il rapporto tra Fondazioni di origine bancaria e fotografia sembra farsi sempre più stretto. Sono ormai tantissimi gli spazi, le mostre e le iniziative di formazione dedicati ai maestri dello scatto promosse o sostenute dalle Fondazioni. Vediamo con ordine. Ha tradizionalmente legato il suo impegno alla diffusione della fotografia la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che nel 2007 ha lanciato il progetto “Fondazione Fotografia”. Questo dallo scorso autunno si è trasformato in una vera e propria Fondazione, partecipata anche dal Comune di Modena. Oggi si chiama “Fondazione Fotografia Modena” e promuove mostre ed eventi di formazione (anche online, i cosiddetti “iworkshop”). Ha una gestione improntata all’auto-sostenibilità: ovvero oltre al sostegno del suo socio principale, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la Fondazione Fotografia si autofinanzia attraverso i ricavi derivanti dalle sue molteplici attività: innanzitutto le mostre, ma anche il fornitissimo bookshop e le tante attività educative come il Master di alta formazione sull’immagine contemporanea o il nuovo corso compact rivolto a chi vuole specializzarsi nella cura di mostre fotografiche, che prenderà il via a gennaio 2014.
La Fondazione Fotografia Modena ha inoltre costituito nel tempo una nutrita collezione di circa mille opere di autori sia italiani che stranieri. Grande attenzione ai maestri della pellicola riserva anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, che dal 2009 porta avanti un grande progetto di valorizzazione degli archivi fotografici. Il clou dell’iniziativa è “Memorandum”, il primo festival interamente dedicato alla fotografia storica, che si propone di valorizzare la fotografia come patrimonio e memoria storica collettiva e di far conoscere al grande pubblico le collezioni degli archivi storici fotografici italiani e internazionali, rendendoli “visibili” a un’ampia platea (cfr. Fondazioni, gennaio-febbraio 2012). L’iniziativa è realizzata con l’Iccd del Ministero per i Beni Culturali e l’associazione Stilelibero. Ma l’ente biellese non trascura nemmeno la fotografia contemporanea. Ogni anno organizza il festival “Selvatica”, all’interno del quale ospita la mostra “Wild life”: animali e ambienti incontaminati vengono raccontati attraverso gli scatti dei migliori fotografi internazionali selezionati dal Museo di Storia Naturale di Londra, che ogni anno dal 1964 indice un premio per fotografi naturalistici a cui partecipano oltre 43mila persone, provenienti da 94 paesi. Un’altra città che sta sviluppando la sua vocazione fotografica è Lucca. Nella cittadina toscana si tiene un evento biennale che richiama gli appassionati da tutta Italia: “Photolux – festival internazionale di fotografia”. L’iniziativa è promossa da: Comune, Provincia e Fondazioni Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Lucca. Photolux si tiene in diverse suggestive location del centro storico che, tra novembre e dicembre di quest’anno, ospiteranno mostre, workshop e dibattiti. Il festival sarà un prezioso momento di incontro, un crocevia di grandi maestri, esperti del settore e appassionati, aprendo uno spiraglio da cui osservare anche i nuovi talenti e i linguaggi più all’avanguardia. Un altro festival di fotografia contemporanea è quello che si tiene fino all’11 agosto presso la Casa dei Carraresi a Treviso, grazie alla Fondazione Cassamarca e alla Fondazione Francesco Fabbri. Si chiama “F4. Un’idea di fotografia” e propone mostre, incontri con autori e workshop. Due le esposizioni principali. La prima presenta la collezione privata di Dionisio Gavagnin, che attraverso oltre duecento capolavori “racconta” la storia della fotografia da Nadar a Robert Capa, da Henri Cartier-Bresson a Sebastiao Sal gado. La seconda presenta in anteprima il nuovo ciclo fotografico che Francesco Jodice ha dedicato a Venezia. La città lagunare non è vista secondo un occhio celebrativo e contemplativo, bensì attraverso un’indagine critica e sociopolitica volta a indagarne vari aspetti legati all’attualità.
A Venezia, una “casa” per i fondi
A volte per vedere oltre le apparenze non bastano due occhi. Sarà forse per questo che dovendo individuare una sede per uno spazio espositivo da dedicare alla fotografia la Fondazione di Venezia ha scelto la celebre “Casa dei Tre Oci”. Si tratta di una splendida testimonianza dell’architettura veneziana di inizio Novecento, disegnata dall’artista Mario De Maria (detto Marius Pictor). Costruita nel 1913 sull’isola della Giudecca, al centro del bacino di San Marco, di fronte alla Piazza e a Palazzo Ducale, per diversi decenni ospitò artisti e intellettuali, italiani e internazionali, tanto da diventare, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, una vera e propria casa della cultura, luogo di produzione artistica e cenacolo di incontri e dibattiti. Acquistata dalla Fondazione di Venezia nel 2000, la “Casa dei Tre Oci” è stata restituita alla città nel 2012, dopo un accurato restauro. Al suo interno vengono ospitate grandi mostre fotografiche internazionali e piccole mostre dossier dedicate a giovani fotografi emergenti. Ogni mese vengono organizzati workshop, seminari e corsi di fotografia per appassionati o semplici curiosi. Ma ciò che fa della Casa una vera perla per gli amanti della fotografia è la sua ricca dotazione di fondi fotografici. Qui, infatti, sono custoditi gli scatti dei fondi di proprietà della Fon dazione di Venezia: il Fondo De Maria e l’Archivio Italo Zannier. Sono tutti consultabili liberamente, previo appuntamento. Il Fondo De Maria, acquistato dalla Fondazione nel 2000, si compone di 105mila immagini: foto in bianco e nero e a colori, negativi in bianco e nero, diapositive a colori e provini realizzati dai vari componenti della famiglia De Maria. Si tratta di scatti dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri, che propongono i ritratti di personaggi famosi della cultura internazionale e momenti e volti della Biennale di Venezia; album di famiglia; album di viaggio e documenti fotografici scattati durante i seminari di architettura e ambiente organizzati ai Tre Oci nei primi anni Ottanta. Il Fondo è stato digitalizzato per il 50%. L’Archivio Italo Zannier, acquistato dalla Fondazione di Venezia nel 2007, costituisce un importante punto di riferimento per comprendere e conoscere la storia della fotografia italiana. Include una biblioteca tematica composta da libri, opuscoli, riviste che spaziano dall’invenzione della fotografia (1839) fino ai nostri giorni, ma anche da preziose testimonianze anteriori alla scoperta ufficiale della fotografia e un archivio di lavoro di oltre 1.750 fotografie di grandi maestri italiani e stranieri. Il fondo fotografico è integralmente digitalizzato e consultabile. C’è infine un terzo fondo, di oltre 200 fotografie, che raccoglie le nuove acquisizioni della Fondazione di Venezia, tuttora in corso di digitalizzazione.
da “Fondazioni” luglio-agosto 2013