Si avvia anche sul territorio spezzino la conclusione della quinta edizione di “Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, un progetto sostenuto da 11 Fondazioni di origine bancaria, tra cui Fondazione Carispezia, che in 15 carceri italiane realizza innovativi e duraturi percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, che riguardano non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci.
Quest’anno Gli Scarti – Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, che porta avanti la direzione artistica del progetto all’interno della Casa Circondariale della Spezia, ha apportato un importante elemento innovativo al percorso di formazione. Per la prima volta “Per Aspera ad Astra” vede l’incontro tra un gruppo di detenuti e un gruppo di studenti delle scuole superiori, partecipanti al laboratorio “No Recess!” guidato dagli Scarti stessi: oltre 60 persone, con diverse età e percorsi di vita, si mescoleranno alla pari nell’azione scenica per dare vita a “Dirimpetto. Sinfonia d’un tratto di strada”, lo spettacolo finale in programma il 6 e 7 maggio al Dialma – La Spezia.
Sulla lunga via Fontevivo, alla Spezia, si affacciano due edifici a pochissima distanza l’uno dall’altro dove vivono due distinti gruppi di persone: studenti in uno e detenuti nell’altro. I due edifici si guardano da anni e le persone che li vivono e che li abitano non sanno chi c’è dall’altra parte o, forse, possono solo immaginare chi sono i loro dirimpettai. L’idea dello spettacolo “Dirimpetto” nasce quindi dalla volontà di far incontrare e interagire questi due gruppi di persone in un campo libero – il campo del teatro – e, grazie all’appoggio della Direzione del carcere, i due gruppi di attrici e attori, nei mesi scorsi, hanno effettuato diverse prove all’interno dell’istituto penitenziario.
Così afferma Enrico Casale, direttore artistico del progetto per Gli Scarti “Se mai ci fosse una lezione da imparare da questa nuova esperienza nel carcere della Spezia sarebbe il monito che da molti anni sentiamo ripetere da Armando Punzo, il regista che opera da oltre 30 anni nel Carcere di Volterra: ‘Nulla è impossibile’. All’inizio pareva una folle utopia fare incontrare le studentesse e gli studenti con i detenuti. Farli incontrare, poi, per creare assieme uno spettacolo unico, “alla pari”. Ancora di più portare queste ragazze e ragazzi a costruire lo spettacolo nella sezione detentiva. Ma la forza del Sogno, si sa, scavalca ogni difficoltà e pregiudizio. Grazie alla caparbietà di tutti, in primis della Direzione Penitenziaria e di tutti gli operatori teatrali e scolastici coinvolti, il piccolo miracolo è avvenuto. Ora, non resta che aspettare un cambiamento negli sguardi degli spettatori, così come sono cambiati i nostri”.
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