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I giovani siano i protagonisti delle scelte | Stefania Mancini

Editoriale della Presidente di Assifero, Stefania Mancini

Un anno fa, in occasione del ventennale, Assifero ha lanciato un appello alle fondazioni ed enti filantropici per avviare una riflessione e sensibilizzare i propri associati sul dialogo tra le generazioni. L’intento era ed è promuovere una forte “responsabilità” verso i giovani, per far sì che possano essere protagonisti del proprio futuro. Supportare i giovani e veder riconosciute le loro potenzialità riconduce alla più ampia ambizione della lotta alle diseguaglianze e alla promozione della coesione sociale. Le giovani e i giovani sono oggi troppo spesso assenti dai luoghi dove vengono prese le decisioni, la loro minoranza numerica schiaccia i loro diritti.

È ormai triste dato di fatto che il numero dei giovani in Italia diminuisca di anno in anno: il nostro Paese è il secondo “più vecchio” al mondo; infatti, la popolazione under 30 è pari al 15%. La minoranza numerica e percentuale della popolazione giovane causa e al tempo stesso riflette la fatica a trovare spazio e opportunità, a far ascoltare la propria voce. In Italia molte fondazioni ed enti filantropici lavorano “per” e “con” i giovani come beneficiari di programmi, ma riteniamo possibile un ulteriore sforzo, volto a coinvolgere i giovani come veri e propri protagonisti delle scelte, sia dei programmi che nella governance delle organizzazioni. Si pensi, ad esempio, che secondo un’indagine condotta da Assifero in collaborazione con gli studenti del CERGAS dell’Università Bocconi di Milano, solo il 32% delle fondazioni ed enti filantropici ha dipendenti di età inferiore ai 35 anni e che l’81% dei membri dei Consigli di Amministrazione ha un’età media tra i tra i 50 e i 65 anni.

Questi dati e tendenze ci stimolano a ragionare sulle nostre modalità di lavoro, a riflettere e ad analizzare gli aspetti più profondi delle nostre fondazioni, dei percorsi e dei processi che generiamo o supportiamo; del potenziale di impatto che abbiamo con i nostri partner, con gli enti che supportiamo, e sulla società.

“Le giovani e i giovani sono oggi troppo spesso assenti dai luoghi dove vengono prese le decisioni, la loro minoranza numerica schiaccia i loro diritti.”

Future Chair – la dichiarazione d’impegno di fondazioni ed enti filantropici per il dialogo intergenerazionale offre una cornice di senso e lo stimolo per avviare un percorso e una riflessione in uno spazio sicuro di confronto, di scambio e apprendimento creato da Assifero.

I firmatari della Dichiarazione, nel pieno rispetto della propria natura, autonomia e missione, si impegnano a lavorare su sei principi chiave. Tra questi, credo importante sottolinearne uno: “Rimuovere gli ostacoli e garantire le condizioni abilitanti”. Per Assifero, nello sviluppare la Dichiarazione, è stato prioritario chiedersi: sì i giovani, ma quali giovani? I giovani non possono essere trattati come un blocco monolitico, come di recente avviene, quando se ne parla per tratti comuni, invocando per essi comuni denominatori peraltro sempre riconducenti ad accezioni negative. Dobbiamo invece ricordarci che, nonostante le criticità che le fasce giovanili affrontano, il poco spazio a loro disposizione e quella sensazione di non avere un futuro che molti di loro provano, rappresentano un mondo pieno di sfumature, caratteristiche individuali, con capacità, possibilità e potenzialità distinte. È pertanto fondamentale interrogarsi sulla sostenibilità del loro coinvolgimento, garantendo a tutti le possibilità, economiche, di conoscenza e competenze, di accessibilità, per prendere parte ai diversi processi. Come Fondazione Charlemagne, di cui sono Consigliere, l’azione concreta verso i giovani per ora si traduce in “Periferiacapitale”, il programma comunitario che dialoga con organizzazioni, gruppi informali e istituzioni territoriali, sostenendole nei loro cammini, e promuovendone la co-programmazione e la co-progettazione. Tra queste, molte sono organizzazioni giovanili costituite ai margini dai giovani che li abitano. Ne sono un esempio Scomodo – la redazione under 25 più grande d’Italia; l’Associazione Piccolo America – che gestisce il Cinema Troisi ed “Il Cinema in Piazza”.

“Future Chair”, gioca anche sulla biunivocità del termine. In inglese chair significa sedia ma anche presidente di un consiglio di amministrazione o di altri organi collettivi.

La “sedia del futuro” prende il nome dal primo passo che ciascuno dei firmatari – ad oggi 60 – è invitato a fare quando sottoscrive la Dichiarazione: lasciare una sedia vuota all’interno delle riunioni del Consiglio di Amministrazione e nei panel dei convegni a simboleggiare l’assenza delle giovani generazioni. Visualizzare il posto ancora vuoto permette di discernere – almeno si spera – tra le decisioni quelle più coerenti e idonee con i diritti e le potenzialità delle future generazioni; un primo gesto concreto nella creazione di spazio per i giovani nei luoghi decisionali. L’ambizione, ovviamente, è che quella sedia non rimanga vuota, ma venga “riempita” grazie a solidi processi di coinvolgimento e implicazione dei e delle giovani nei processi decisionali.

La bussola che orienta l’azione di Assifero è incoraggiare un ruolo sempre più strategico della filantropia istituzionale italiana nella costruzione della coesione sociale, attraverso l’accelerazione di processi di apprendimento collettivo e di impatto sistemico. Vogliamo che i giovani siano considerati persone e non un problema, vogliamo si parli di essi superando gli acronimi, come avviene per i Neet, e valorizzandoli come risorsa. Farci promotori e agenti di cambiamento per una società più equa e giusta, anche “nell’interesse delle future generazioni”, come dal 2023 è previsto dall’art.9 della nostra Costituzione.

Il mio invito è quindi cominciare oggi a costruire il futuro che vogliamo: partire dal presente e agire, cominciando a sottoscrivere con convinzione la Dichiarazione d’impegno per il dialogo intergenerazionale, per unirci collettivamente nell’assicurare un futuro sostenibile alle prossime generazioni.