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CavaRei, “l’isola che c’è”

«Una storia bella che vale la pena raccontare», lo dice con gli occhi che le brillano Maurizia Squarzi, la presidente di CavaRei, impresa sociale forlivese nata nel 2018 dalla fusione di due cooperative sociali impegnate nei servizi alla disabilità. «CavaRei ha una storia importante alle spalle, si tratta di un progetto relativamente giovane, che tuttavia prende le mosse dall’unione delle cooperative “Il Cammino” e “Tangram”, due storiche realtà che insieme contano 55 anni di storia nel settore dei servizi alla disabilità e al disagio sociale». Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, inizia il suo cammino nel quartiere Cava, rione periferico di Forlì, dove «dopo aver vinto un bando comunale, ed esserci aggiudicati un terreno, abbiamo costruito una struttura eco-sostenibile in legno da 1.600 mq e un parco pubblico di 5.400 mq. Una vera e propria cittadella, che ora rappresenta uno dei principali poli di innovazione sociale della comunità forlivese e che il presidente della Regione Emilia-Romagnaha definito “eccellenza del territorio”».

Un posto in cui convivono tante anime. «Descriverlo non è semplice. Per comprendere il suo significato bisognerebbe venire a visitarlo». Infatti CavaRei è uno spazio caratterizzato da tanti ambienti in sinergia tra loro: un parco, una sala polivalente, una piazza, tanti laboratori, un’officina digitale, un centro stampa, lo shop, spazi di residenzialità, progetti di collaborazione con le scuole e con le associazioni. A muoversi in questi ambienti ci sono più di 130 persone, che vengono quotidianamente accompagnate in percorsi di riabilitazione e inserimento lavorativo.

Da una parte il sostegno alla disabilità e dall’altra l’attenzione alla eco-sostenibilità, infatti CavaRei è anche un’impresa sociale che fa parte di ecosistema territoriale. «Lo definirei un progetto di innovazione aperta in cui l’interazione con le imprese profit, la salvaguardia dell’ambiente, la solidarietà e la dignità per le persone si fondono» spiega Maurizia Squarzi. Il segreto di CavaRei è l’equilibrio che negli anni la comunità è riuscita a costruire con gli stakeholder, le attività commerciali del territorio, le famiglie e i volontari, «una collaborazione non semplice da ottenere visto i diversi attori coinvolti ognuno con i suoi interessi. La simbiosi di CavaRei con il territorio è fondamentale soprattutto per il futuro dei nostri ragazzi: le aziende che collaborano con noi conoscono il valore della nostra attività e coinvolgono quotidianamente i nostri ospiti in attività lavorative. Questo è importante per garantire dignità lavorativa ai membri della nostra comunità anche in futuro, quando le loro famiglie non potranno più seguirli».

«Insomma raccontare CavaRei non è semplice.  A questo proposito credo che la risposta migliore l’abbia data il fratello di uno dei nostri ragazzi che, poco tempo fa, interpellato da un giornalista che gli ha chiesto “Come descriveresti questa comunità?” ha dato una risposta che mi rimarrà sempre nel cuore. Ha detto: “Per me CavaRei è l’isola che non c’è”. CavaRei è un luogo dove a volte l’impossibile diventa possibile».