Online su questo sito il primo episodio dei “Dialoghi sull’uguaglianza”, parte di un percorso di riflessione partecipato sui temi del XXV Congresso Nazionale di Acri, che si terrà a Cagliari il 10 e l’11 giugno 2021. Protagonisti del dibattito sono stati Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, e Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli con la moderazione di Giorgio Righetti, direttore generale di Acri.
Un confronto sull’uguaglianza e su come realizzarla partito da un ragionamento sul secondo comma dell’articolo 3 della nostra costituzione: “Una sintesi straordinaria – come ha detto Giorgio Righetti – perché l’uguaglianza non è un obiettivo in sé ma, assieme alla libertà, è uno strumento per perseguire il pieno sviluppo della persona umana, con la Repubblica che non sta a guardare ma agisce e si fa parte attiva nel perseguire il bene comune dei cittadini e il bene individuale del singolo cittadino”
Fabrizio Barca – che ha recentemente pubblicato “Un futuro più giusto. Rabbia, conflitto e giustizia sociale“, edito da Il Mulino e curato assieme a Patrizia Luongo – ha sottolineato l’importanza di riconoscere e valorizzare le capacità delle persone e dei territori per creare sviluppo, senza cadere nella dipendenza e nei sussidi.
“Una parte della disuguaglianza non è neanche legata al peggioramento delle condizioni ma alla sensazione di non essere più riconosciuti per quello che si è. Io ho lavorato tanti anni nelle aree interne del paese, quanta parte della popolazione di quei territori si è sentita considerata di “secondo rango” sin da bambino” ha detto il coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità “Alcune di queste persone sono straordinarie, conoscono il territorio, lo amano, dobbiamo dargli un’occasione di fare”.
Antonio Calabrò, – autore di “Oltre la fragilità. Le scelte per costruire la nuova trama delle relazioni economiche e sociali” edito da Università Bocconi Editore – ha offerto il punto di vista dell’uomo di impresa partendo dalla differenza tra free trade e fair trade. Una scelta che ha avuto un impatto soprattutto sulle disuguaglianze interne ai paesi: “Dare uguali opportunità a persone che partono da condizioni molto diverse non vuol dire andare verso l’uguaglianza, vuol dire aumentare i divari”.
Un primo appuntamento che ha proposto molti spunti di riflessione sulle cause della disuguaglianza, alle pratiche per contrastarla e per costruire una società più giusta.
Spunti che contribuiscono ad esplorare un tema estremamente attuale soprattutto nella nuova fase di ricostruzione post-Covid, in cui sarà fondamentale mettere in campo uno sforzo corale di ripensamento collettivo per immaginare uno sviluppo sostenibile e inclusivo in diversi campi dal welfare all’innovazione, dalla cultura alla rigenerazione urbana.