Paolo Cavicchioli è presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, vicepresidente di Acri e presidente dell’Associazione fra le Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna. Lo abbiamo intervistato per il numero Marzo-Aprile della rivista Fondazioni.
L’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di Fondazioni di origine bancaria. Si tratta di un microcosmo composto da realtà molto diverse tra loro per dimensione patrimoniale e aree di intervento. È possibile rintracciare una specificità regionale?
Credo di poter affermare con assoluta certezza che il carattere specifico di questa regione sta nella partecipazione e nella solidarietà. La comunità emiliano-romagnola ha sempre avuto la capacità, dal dopoguerra in poi, di affrontare unita le grandi sfide dello sviluppo, dell’innovazione, del progresso civile e ora quella dell’emergenza sanitaria ed economica provocata dall’epidemia da coronavirus. Una comunità straordinaria, che già nel 2012, di fronte al terremoto, ha saputo reagire da subito e si è mobilitata tutta insieme, mettendo in rete enti locali, istituzioni e società civile. Questo è stato possibile perché tutte le componenti della società hanno lavorato insieme, superando interessi particolari e agendo secondo il principio di solidarietà che da sempre rappresenta, appunto, un dato distintivo di questa terra.
Nel 2012 diversi territori dell’Emilia-Romagna furono colpiti da un violento terremoto. Le Fondazioni di origine bancaria di tutta Italia, attraverso Acri, si attivarono per concorrere alla ricostruzione. A che punto siamo?
Le Fondazioni di origine bancaria hanno raccolto complessiva-mente 24 milioni di euro, di cui 5 milioni e 700 mila raccolti da Acri (oltre 3 milioni hanno finanziato 7 interventi già realizzati, restano da assegnare 2 milioni 700 mila euro per altri 7 interventi non ancora conclusi). La Fondazione di Modena, da sola, ne ha stanziati 6, scegliendo come obiettivo prioritario la ricostruzione delle scuole e in particolare quella del polo scolastico di Mirandola, inaugurato nel settembre del 2018. Contributi sono arrivati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, dal-la Fondazione di Vignola, dalla Provincia di Modena e dal gruppo Barilla. Significativi sono stati anche gli interventi per la riapertura delle Gallerie Estensi, per il consolidamento del Duomo, dell’Abbazia di San Pietro e della Chiesa di Sant’Agostino che l’anno scorso è stata riaperta al pubblico. Questi interventi danno il senso di una Fondazione che è sempre stata vicina al territorio: non solo nell’immediata fase dell’emergenza, ma anche nel lungo periodo, mostrandosi partecipe e solidale con la propria comunità.
Come è nata e come funziona l’iniziativa di solidarietà nei confronti delle Fondazioni in difficoltà?
Nel luglio del 2018 l’Associazione delle Fondazioni dell’Emilia-Romagna ha dato vita a un Fondo regionale per inter-venti comuni. L’iniziativa si è affiancata a quella di un Fondo varato nel gennaio precedente da Acri per il sostegno degli enti associati in difficoltà. Il Fondo regionale Acri è costituito attraverso un accantonamento annuale da parte delle Fondazioni di un importo pari allo 0,30% dell’avanzo di gestione, nel quale è confluita una quota parte (il 50%) del contributo annualmente accantonato per i progetti comuni di Acri. Il Fondo interviene a supporto delle Fondazioni che presentano un avanzo di gestione negativo o molto basso, un patrimonio netto in progressiva riduzione, debiti di rilevante ammonta-re per i quali non è possibile una ristrutturazione. Una delle condizioni per l’intervento a favore della Fondazione in difficoltà deve essere l’oculata gestione delle risorse disponibili, con particolare riferimento all’entità dei compensi agli organi.
Esistono altri interventi realizzati in partenariati da più Fondazioni della Regione?
Assieme ad altre Fondazioni partecipiamo all’attività di ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, il teatro stabile pubblico della regione Emilia Romagna. Fondazione di Modena e Fondazione di Vignola sono soci ordinari sostenitori dell’Ente e hanno una loro rappresentanza nel Consiglio generale. Mentre l’Albo speciale di ERT annovera tra i suoi membri la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, La Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, la Fondazione Cassa di risparmio di Carpi. Il Teatro è attivo su una rete di cinque città: Modena, Bologna, Cesena, Vignola e Castelfranco Emilia. Dal 2015 è entrato nel novero dei Teatri Nazionali italiani. Voglio poi segnalare il progetto “Crime and fraud investigations. Genitori e ragazzi contro le insidie della rete”, ideato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e fatto proprio dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emi-lia-Romagna. E’ un progetto rivolto agli studenti tra i 10 e i 14 anni per rendere consapevoli i ragazzi e i loro genitori dei pericoli nei quali incorrono navigando in Internet. La prima edizione pilota del progetto si focalizzerà sui fenomeni di cyberbullismo.
Le Fondazioni stanno per festeggiare i trent’anni di attività. Come valuta questo trentennio e cosa prevede per i prossimi anni?
In questi trent’anni abbiamo assistito a cambiamenti epocali. La necessità di scorporare l’attività creditizia delle vecchie casse di risparmio da quella di utilità sociale trovò una risposta efficace nella legge delega Amato-Carli del 1990. Oggi le Fondazioni sempre meno fanno riferimento all’origine bancaria e sempre più divengono soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali. Il solo modello utile e sostenibile di fondazione presuppone scelte forti di campo, concentrazione di volontà e risorse sui nodi strategici per lo sviluppo e il benessere sociale. Vanno rafforzate quelle reti di collaborazione fra istituzioni capaci di dare risposte comuni a bisogni che nella loro dimensione oggi nessuno può più affrontare individualmente.
Editoriale tratto dal numero Marzo-aprile della rivista Fondazioni