Circa 100 ettari di terre incolte o abbandonate in Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia torneranno a produrre grani antichi, fave, mandorle, origano, zafferano, bacche di goji e a servire per l’allevamento di bufale, capre e asine da latte. Il lavoro nei campi, nei pascoli, nelle fattorie didattiche e nella filiera di trasformazione e vendita dei prodotti comporterà l’inserimento occupazionale di circa 180 persone (40 assunte stabilmente) in condizione di disagio e bisognose di riscatto e fiducia, come chi presenta disabilità fisiche o mentali, ex detenuti, ex tossicodipendenti, donne vittime di violenza, giovani disoccupati e migranti. Sono questi i numeri del bando “Terre Colte”, promosso da Fondazione con il Sud in collaborazione con Enel Cuore onlus. Con un finanziamento complessivo di 3 milioni di euro, il bando ha premiato nove progetti volti a valorizzare i terreni agricoli non adeguatamente utilizzati nell’Italia meridionale. I proprietari dei terreni selezionati hanno messo a disposizione i loro campi incolti per un periodo minimo di 10 anni (i primi 5 a titolo gratuito o simbolicamente oneroso). La Fondazione ha poi approvato nove progetti di valorizzazione promossi da altrettanti partenariati composti da organizzazioni del Terzo settore e da enti pubblici e privati. Sono coinvolti complessivamente 73 soggetti tra cui associazioni, cooperative o consorzi, organizzazioni di volontariato, aziende agricole, comuni, università, uffici per l’esecuzione delle pene esterne al carcere, scuole e anche una congregazione religiosa.
Le nove iniziative sostenute con il bando Terre Colte sono state considerate “esemplari”, per la loro potenzialità di rivitalizzare le tradizioni legate alle attività rurali e di creare possibilità lavorative per persone fragili e per giovani talenti che rischiano di abbandonare la loro terra. Per la Fondazione con il Sud e Enel Cuore, inoltre, il recupero dei terreni abbandonati ha un grande significato in termini di riappropriazione del territorio da parte delle comunità: il paesaggio che ci circonda è specchio della laboriosità umana e della capacità delle donne e degli uomini di collaborare fattivamente per renderlo accogliente e sicuro.