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L’arte è arte, anche in carcere

Un rito collettivo di purificazione e rinascita? A volte il teatro lo è, non solo in quanto rappresentazione, ma quale momento interagito tra pubblico e artisti, entrambi parte della scena in cui “il fatto” catartico avviene. Senz’altro è questo il caso delle performance della Compagnia della Fortezza, gruppo teatrale, guidato dal drammaturgo e regista Armando Punzo, nato trent’anni fa all’interno della Casa di Reclusione di Volterra. Lo animano attori non professionisti, i detenuti, scelti dal fondatore Punzo non in quanto destinatari di un progetto educativo, ma quali compagni la cui dura realtà del presente e del vissuto contribuisce a creare un teatro nuovo, basato sulla ricerca di strade “altre”, comunque capaci di generare arte e poesia. Un teatro dove il non professionismo degli attori più che un limite è un’opportunità – sembra voler affermare Punzo nelle molteplici dichiarazioni orientate a ribadire l’obiettivo artistico della sua iniziativa, anziché pedagogico, quantunque le ricadute diano belle evidenze anche in questo senso -. Un’opportunità che Punzo valorizza in termini di freschezza che il non professionismo può conferire all’atto drammaturgico, anche se nella messa in scena nulla è lasciato al caso. L’esperienza della Compagnia della Fortezza, unica per la sua durata trentennale e il suo successo, che va oltre le sbarre e il 4 agosto ha avuto il suo momento di punta a Larderello (Pi) con la messa in scena de “Le rovine circolari – Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato”, ispirato all’opera di Borges, ha avuto in questi anni il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, la quale peraltro non è la sola Fondazione di origine bancaria ad occuparsi di iniziative, culturali e non, realizzate nelle carceri italiane. Si va, infatti, da progetti di assistenza psicologica a laboratori di arti e mestieri, dal tutoraggio per il perseguimento di titoli di studio alla costruzione di percorsi professionalizzanti nell’ambito delle pene alternative. Quella del teatro fatta al Carcere di Volterra è, però, un’eccellenza; sicché Acri ha voluto porla, come best practice, al centro di un progetto sperimentale chiamato “Per aspera ad astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, al quale attualmente partecipa un piccolo nucleo di Fondazioni: Cariplo, Modena, La Spezia, Volterra, Compagnia di San Paolo e Fondazione con il Sud. Esso nasce con l’obiettivo di tracciare un percorso che consenta di mettere assieme le migliori esperienze e prassi di teatro in carcere presenti in diversi contesti territoriali, farle dialogare e diffonderne l’approccio anche a beneficio di altri contesti e operatori.

Il progetto si articola in una serie di eventi formativi e di workshop, alcuni realizzati a Volterra altri all’interno degli istituti di pena localizzati nei territori di competenza delle Fondazioni partecipanti, rivolti a operatori artistici, operatori sociali, partecipanti alla scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di Polizia e del Personale dell’Amministrazione Penitenziaria, detenuti. In luglio a Volterra, si son già tenuti i due primi seminari, per i quali sono pervenute complessivamente un centinaio di richieste di partecipazione, soddisfatte al 50%. ogni workshop prevedeva, infatti, 25 partecipanti che, all’interno del Carcere, hanno potuto fare esperienza diretta del lavoro della Compagnia della Fortezza durante le prove, l’allestimento e le repliche aperte al pubblico esterno della sua nuova produzione teatrale, così da intercettare metodi e percorsi a cui fare riferimento per avviare o consolidare le proprie esperienze di teatro in carcere.

l workshop sono stati condotti da Armando Punzo, insieme agli altri partner del progetto Stefano Tè – Teatro dei Venti/Casa Circondariale di Modena e Casa di reclusione di Castelfranco Emilia, Ivana Trettel – Opera Liquida/Casa di Reclusione di Milano Opera, Enrico Casale – Compagnia degli Scarti/Casa Circondariale di La spezia, Daniela Mangiacavallo – Baccanica/Carcere Pagliarelli di Palermo, Claudio Montagna – Teatro e Società/Casa Circondariale di Torino.

“Fondazioni” settembre-ottobre 2018