È in fase di stampa e già disponibile online cliccando sulla copertina in questa pagina il Ventitreesimo Rapporto annuale sulle Fondazioni di origine bancaria, realizzato da Acri. Si tratta di un bilancio puntuale e approfondito, sia nei numeri che nell’analisi descrittiva, dell’attività di questi enti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2017.
L’aggregazione dei dati raccolti dai report delle singole Fondazioni, insieme a elementi di maggior dettaglio derivanti dalla banca dati di Acri, implementata tramite una strutturata collaborazione con le Fondazioni associate, consente di tracciare un quadro completo e dettagliato sia riguardo alla gestione del patrimonio sia in merito all’attività erogativa.
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Le Fondazioni migliorano gestione e risultati
Il 2017 è stato un anno particolarmente positivo per le Fondazioni di origine bancaria, sia sul fronte dei risultati di gestione che sul piano dell’attività istituzionale di sistema. Il buon andamento dei mercati finanziari ha, infatti, contribuito a generare proventi finanziari di importante significatività, superiori all’anno precedente di circa il 54% e pari a 2,1 miliardi di euro. Parallelamente la gestione operativa è rimasta sulla strada del contenimento della spesa e dell’efficienza, attestandosi complessivamente a 247,7 milioni di euro, mentre il carico fiscale (imposte dirette, sui proventi percepiti, e indirette, come Irap e Imu) è cresciuto del 37%, passando dai 354,6 milioni di euro del 2016 a ben 487 milioni. Tutto ciò ha generato un avanzo netto d’esercizio di 1.477 milioni di euro, uno dei migliori risultati delle Fondazioni dall’inizio della crisi finanziaria, superiore di oltre il 76% rispetto a quello del 2016. Ne hanno risentito positivamente sia gli accantonamenti a riserva patrimoniale sia quelli per il fondo di stabilizzazione dell’attività erogativa futura. In lieve flessione rispetto al 2016 sono state, invece, le erogazioni deliberate, pari a 984,6 milioni di euro. Il disallineamento tra l’andamento delle erogazioni e la forte crescita dell’avanzo di gestione ha sostanzialmente due ragioni: in primo luogo la decisione di molte Fondazioni di ricostituire i fondi erogativi utilizzati negli anni precedenti, che sono stati caratterizzati da una generale flessione dei proventi; in secondo luogo la prassi di stabilire le risorse per le erogazioni in base alle disponibilità conseguite nell’esercizio precedente. Questo fa sì che i maggiori avanzi del 2017 dovrebbero esplicare il loro effetto nell’esercizio 2018.
Per quanto riguarda il patrimonio contabile delle Fondazioni, in base ai bilanci chiusi al 31 dicembre scorso esso ammonta a 39.752 milioni di euro (circa l’86% dell’attivo di bilancio, che è di 46,1 miliardi) segnando, rispetto al 2016, una variazione positiva di 90 milioni di euro (+0,2%), derivante dall’aumento di 718 milioni del patrimonio di 60 Fondazioni e la diminuzione di 628 milioni da parte di altre 28. Dal 2000, anno di entrata in operatività della legge “Ciampi”, che regolamenta l’attività delle Fondazioni, il totale dei loro patrimoni è cresciuto a un tasso medio annuo dello 0,7% e tra il 2000 e il 2017 le erogazioni effettuate dalle Fondazioni grazie agli utili derivanti dall’investimento dei loro patrimoni sono state pari a 21,3 miliardi, a cui possono essere sommati circa 1,9 miliardi di euro accantonati per l’attività erogativa futura, portando l’ammontare complessivo delle risorse destinate all’attività erogativa in quest’arco temporale a quota 23,2 miliardi. Sul piano dell’attività istituzionale di sistema, elementi positivi che hanno contrassegnato l’esercizio 2017 sono: il recepimento pressoché integrale, all’interno del d.lgs. 117/2017 (Codice del Terzo Settore), della proposta congiunta elaborata da Acri, CSVnet, Forum Nazionale del Terzo Settore e Consulta Nazionale dei Co.Ge, per la riforma del sistema dei Centri di servizio per il volontariato; l’approvazione, all’interno della legge di bilancio 2018 (legge 205/2017), di una misura volta a incentivare, mediante credito di imposta, l’azione delle Fondazioni nel settore del welfare di comunità; la piena implementazione del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile introdotto con la legge di stabilità 2016 (legge 208/2015); il riesame, da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), della deliberazione n. 8 del 2015 che attribuiva alle Fondazioni connotati pubblicistici.