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Post terremoto, le eccellenze fanno squadra

«In un anno, abbiamo contribuito a recuperare e a mettere in sicurezza 260 opere danneggiate dal terremoto nel Centro Italia e i media di tutto il mondo hanno documentato il nostro appassionato lavoro». È questa la dichiarazione tra l’incredulo e l’entusiasta di uno dei dieci giovani restauratori fiorentini, diplomati dell’Opificio delle Pietre Dure, che, grazie a un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, sono stati in Umbria per dodici mesi, in aiuto della Soprintendenza locale, per gli interventi di messa in sicurezza delle opere danneggiate dal terremoto avvenuto nell’estate del 2016. Era questo lo scopo del progetto, appena concluso, ideato e sostenuto dalla Fondazione, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e in accordo col Segretariato regionale del Mibact per l’Umbria e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Esso si inserisce nel nuovo modello di servizio di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, che vuole fare rete tra istituzioni fiorentine di eccellenza con iniziative di ampio respiro, valorizzando le competenze nate e sviluppate nel capoluogo ed esportandole, se necessario, oltre i confini del territorio di competenza. La task-force è stata formata da dieci diplomati presso l’Opificio, che, sotto il suo coordinamento, hanno operato nel deposito di Spoleto allestito dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Un grande ambiente di 5.000 mq, antisismico e dotato delle più moderne tecnologie per il recupero e la conservazione delle migliaia di opere danneggiate dal sisma. Di ciascuna sono stati identificati il tipo di oggetto e la provenienza, è stata redatta una scheda “sanitaria” con valutazione del danno e delle necessità di restauro ed è stato valutato il codice di priorità di intervento. La Fondazione ha stanziato 130mila euro, che sono serviti per coprire un piccolo compenso mensile per ciascun restauratore, un forfait per le spese di vitto e di trasferta e il sostegno per i costi dell’alloggio. La selezione dei restauratori, che hanno operato suddivisi in gruppi e in periodi di quattro mesi ciascuno, è avvenuta tramite bando e sulla base della valutazione del curriculum. L’attività degli “angeli del terremoto” è stata raccontata dai media di tutto il mondo e ha richiamato in visita a Spoleto perfino il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e il commissario europeo per l’istruzione e la cultura Tibor Navracsics.

«Con questo progetto – ha dichiarato il direttore generale della Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori – la Fondazione ha verificato l’efficacia del nostro nuovo modello di intervento basato sulla messa a sistema delle eccellenze del nostro territorio e sulla loro valorizzazione».

“Fondazioni” maggio-giugno 2018