Sarà Massimo Giusti a governare in qualità di segretario generale le attività operative del neonato Onc – Organismo Nazionale di Controllo dei Centri di servizio per il volontariato, la fondazione istituita con decreto ministeriale (n. 6 del 19 gennaio 2018, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 104 del 7 maggio 2018) ai sensi dell’art. 64 della cosiddetto Codice del Terzo settore (D.lgs. n. 117/17). La scelta è stata ufficializzata il 16 maggio, in occasione della prima riunione di CdA del neonato organismo, presieduto dal presidente di Acri Giuseppe Guzzetti e del quale fanno parte rappresentanti delle Fondazioni di origine bancaria, del Forum Nazionale del Terzo settore, di Csv.Net, del Ministero del Lavoro e della Conferenza delle Regioni. Primo e principale compito della Fondazione Onc è amministrare le risorse del Fun, il Fondo Unico Nazionale, alimentato dalle stesse Fondazioni, con la grande innovazione di una governance in cui ci sono molte anime. A loro è affidato il compito di trovare insieme le soluzioni più idonee al buon funzionamento del sistema, che ha preso concretamente avvio proprio con l’istituzione dell’Onc: uno strumento di supervisione condiviso, che vigila sul corretto, efficace ed efficiente utilizzo delle risorse del Fondo, nell’ottica di produrre servizi di qualità a favore del volontariato, compresa la loro opportuna ed equilibrata allocazione territoriale. Il Codice del Terzo settore, che definisce meglio l’identità e il ruolo degli organismi che ne fanno parte, ben regolamenta così anche i Centri di Servizio per il Volontariato, eliminando finalmente ogni incertezza sul loro finanziamento futuro da parte delle Fondazioni. Sulla base della legge 266 del 1991 e del relativo decreto attuativo, per esempio, i Csv del Sud rischiavano di non avere risorse, perché ci sono poche Fondazioni in quelle aree e il meccanismo di redistribuzione prevista nel decreto non era efficace. Oggi, invece, con la riforma, le modalità di riequilibrio sono parte integrante del sistema e non più solo il frutto della buona volontà delle parti per operare le opportune compensazioni, come avvenuto in passato. Con la precedente norma, poi, le risorse dei Csv seguivano quasi una logica di “finanza pubblica”, per la quale le risorse stanziate andavano utilizzate nell’anno di attribuzione. Quindi, se i bilanci delle Fondazioni erano particolarmente positivi, le risorse andavano ai Centri di servizio a prescindere dal loro fabbisogno. Negli anni d’oro questo ha portato a situazioni di iper-strutturazione dei Csv, che poi hanno dovuto fare i conti con la crisi e una conseguente, significativa riduzione degli stanziamenti. Ora, con il Fondo Unico Nazionale previsto dal Codice, le entrate si scindono dalle uscite: le prime sono alimentate dalle Fondazioni in base ai bilanci; le uscite, invece, sono determinate sulla base dei fabbisogni definiti ogni tre anni dall’Onc. Le risorse in eccesso rispetto ai fabbisogni vengono accantonate per il futuro, mentre eventuali carenze di risorse sono colmate da contribuzioni integrative da parte delle Fondazioni.