«Per superare le conseguenze della crisi e favorire la ripresa, le banche in Italia sono impegnate con 152 miliardi di euro di accantonamenti negli ultimi sei anni, con circa 70 miliardi di aumenti di capitale negli ultimi dieci anni, con 10 miliardi, negli ultimi tre anni, per i vari fondi italiani ed europei per le banche in difficoltà».
Così Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, alla 93ª Giornata organizzata da Acri. «La Repubblica Italiana ha speso molto meno, anche a confronto con gli altri Paesi europei, pur avendo fatto, nell’anno trascorso, tre importanti interventi, con un impegno di meno di dieci miliardi che dovranno essere largamente recuperati dalla vendita della banca ora in via di nazionalizzazione e con il recupero dei crediti deteriorati delle due banche venete. Parallelamente a questi enormi sforzi, le banche in Italia stanno sempre più modernizzando i propri processi produttivi. Si è ridotto fortemente il numero dei gruppi bancari e delle banche indipendenti che nel 2018 saranno ancor meno delle 115 che avevamo previsto a luglio, ma ciò non dovrà limitare la concorrenza. Le banche in Italia aumentano i prestiti a famiglie e imprese con infimi tassi d’interesse, hanno fortemente ridotto le sofferenze nette, nei primi otto mesi di quest’anno, addirittura di un quarto, dagli 86,8 miliardi di dicembre 2016 ai 65,3 di agosto scorso, con un impegno corale che prosegue intensamente e che ha bisogno di norme certe e stabili…
Tutto il mondo produttivo italiano chiede alle istituzioni europee di stabilizzare le regole per le banche che influiscono sugli altri settori d’impresa, senza imprevisti, promuovendo regole identiche, anche con Testi Unici europei innanzitutto di diritto bancario, finanziario e penale dell’economia, per superare i limiti di un’Unione bancaria, troppo incompleta. In questa settimana si compiono anche i primi tre anni di Vigilanza unica. Confidiamo nelle plurime iniziative di accertamento delle responsabilità nelle crisi bancarie, sia della Magistratura, sia della Commissione parlamentare d’inchiesta. Confidiamo in conclusioni rapide che attribuiscano le responsabilità a chi le ha avute e voltino pagina. La confusione non favorisce la fiducia e la ripresa…
Le banche debbono fare fino in fondo la loro parte per contribuire al recupero della speranza e della fiducia, premesse per la più cospicua ripresa dello sviluppo e dell’occupazione…
In Italia operano nel pluralismo competitivo, con scelte d’impresa che debbono essere sempre orientate a far compiere a ciascuno, in piena consapevolezza, le scelte degli investimenti finanziari in piena responsabilità e in coerenza con gli orientamenti di ognuno…
Chiediamo che sia piena e tempestiva l’applicazione della “Mifid 2”…
La trasparenza deve essere piena e completa anche su ogni dettaglio…
L’economia e la finanza debbono operare sempre secondo la più scrupolosa applicazione delle regole e, in più, con sensibilità etiche anche superiori a quelle imposte dalle norme, con un rigore culturale e morale che deve divenire crescentemente etica pubblica e rispetto del valore dei limiti pubblici e privati».
“Fondazioni” novembre-dicembre 2017