In Italia la filantropia, intesa come sostegno ad attività socialmente utili attraverso l’erogazione di risorse monetarie, muove complessivamente 9,1 miliardi di euro, posizionando il nostro Paese al terzo posto in Europa dopo Regno Unito con 25,3 miliardi e Germania con 23,8 miliardi (stima Ernop – European Research Network on Philanthropy). Del totale delle donazioni italiane, secondo le più recenti ricerche, circa 4,6 miliardi provengono da elargizioni individuali, 1,5 miliardi da fondazioni (poco più di 1 miliardo dalle Fondazioni di origine bancaria e circa 200 milioni dalle fondazioni di impresa), il rimanente da lasciti testamentari, erogazioni da parte di imprese e altre modalità informali. Ad affermarlo è un rapporto della Fondazione Lang, che si basa, oltre che su rilevazioni Enrop, su dati Oxford Economics, Acri, Assifero, Forbes, GFK, Istat, Istituto Italiano della donazione, Unhcr, Vita. Negli ultimi 12 anni il numero complessivo di donatori individuali è sceso dal 31% al 19%, tuttavia l’ammontare di risorse per il settore del non profit si mantiene stabile o in ripresa grazie all’aumento della donazione media. Tra i donatori più generosi, in particolare, ci sono gli Hnwi – High Net Worth Individuals, ovvero coloro che in Italia detengono un patrimonio superiore al milione di euro. Nel 2015 il 91% di loro ha effettuato una donazione (+11% rispetto al 2014) e il 27% ha aumentato le proprie elargizioni (+13%) destinandole principalmente a salute (72%), ambiente (60%) e inclusione sociale (40%). A fronte di questo impegno, emerge la necessità per questi soggetti di dotarsi di competenze qualificate al fine di strutturare il proprio disegno filantropico. Tra le difficoltà incontrate dagli Hnwi nell’individuare i beneficiari delle proprie donazioni prevalgono: scelta del bisogno sociale (48%), orientamento tra le diverse organizzazioni (36%) e tra le modalità di giving (32%). A indirizzare le loro scelte intervengono: il consiglio dei famigliari (52%), le conferenze di settore (40%), i consulenti professionali (36%). Si stima che in Italia entro il 2025 il gap tra risorse pubbliche e domanda di servizi sociali arriverà a 70 miliardi (Oxford Economics). A fronte di questo divario crescente, la filantropia – ricorda la Fondazione Lang – sta evolvendo verso modelli più efficienti ed efficaci di allocazione delle risorse, adottando professionalità specifiche, definendo strategie di intervento capaci di produrre un impatto sociale misurabile e avviando partnership che coinvolgano il settore corporate e il mondo della finanza. Le fondazioni erogative rivestono, in questo senso, sempre più il ruolo di “operatori qualificati” in grado di sviluppare competenze specifiche utili sia per promuovere nuove reti di intervento sia per rafforzare le organizzazioni beneficiarie al fine di ottenere i risultati sociali desiderati. Proprio questo nuovo modello di filantropia strategica è stata al centro del V Lang Philanthropy Day, tenutosi martedì 24 ottobre a Milano, a Palazzo Clerici, con il patrocinio di Fondazione Cariplo.
Fondazione Lang Italia si propone come punto di riferimento sui temi della filantropia strategica e orientata ai risultati, portando a privati, imprese e realtà sociali gli strumenti più avanzati che caratterizzano gli interventi filantropici attraverso il Centro Studi Lang sulla Filantropia Strategica, in grado di intercettare i principali sviluppi a livello globale e una divisione di Philanthropy Advisory per svilupparne un’efficace applicazione sul campo.