Parte da Torino il primo progetto nazionale di social impact bond per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute, promosso da Fondazione Sviluppo e Crescita Crt e Human Foundation. A fare da apripista sarà la casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino che, per prima in Italia, utilizzerà gli strumenti finanziari “pay by result” per ridurre la recidiva dei detenuti. In sostanza, meno detenuti rientreranno in carcere dopo il percorso di reinserimento, maggiore sarà il risparmio per la pubblica amministrazione e, quindi, per l’intera collettività. Il progetto pilota nasce dallo studio di fattibilità “L’applicazione di strumenti pay by result per l’innovazione dei programmi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute”, e rappresenta un nuovo modello di collaborazione tra pubblico e privato. Il social impact bond, noto anche come “pay for success bond”, è uno strumento finanziario con cui il settore pubblico raccoglie investimenti privati per pagare chi gli fornisce servizi di welfare. La remunerazione del capitale investito viene agganciata al raggiungimento di un certo risultato sociale, che si traduce nella riduzione del costo per l’intera società. Se la persona detenuta, al termine del percorso di reinserimento, non farà ritorno nel circuito carcerario, la pubblica amministrazione e la collettività beneficeranno di un risparmio rispetto ai costi sia diretti (ad esempio, minor numero di pasti da erogare, riduzione delle spese legate a garantire le misure di sicurezza nell’istituto) sia indiretti (abbassamento del tasso di criminalità), sino ad arrivare a un maggiore gettito fiscale laddove il detenuto venga impiegato stabilmente. Nel caso in cui questi risultati siano effettivamente raggiunti e verificati da un valutatore indipendente, allora lo Stato ripagherà gli investitori privati che, di fatto, hanno anticipato il finanziamento per testare l’efficacia del progetto, riducendo per lo Stato il rischio d’investimento e il dispendio dei contributi fiscali dei cittadini. «Parlare di innovazione significa rispondere in modo “nuovo” alle marginalità sociali – ha affermato alla presentazione dell’iniziativa il Ministro della Giustizia Andrea Orlando –. Le migliori pratiche possono e devono fare scuola: questo progetto è quanto mai significativo non solo per l’Italia, ma per l’Europa intera, dal momento che apre a una sinergia pubblico-privato innovativa ed estendibile ad altri campi del welfare. È più che mai necessaria una rivoluzione copernicana del sistema carcerario, guidata da un’inversione dello sguardo dall’interno verso l’esterno: l’istituto penitenziario deve qualificarsi non come strumento punitivo, bensì come luogo di risocializzazione, in primis attraverso il lavoro».