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Llewelyn Lloyd oltre la Macchia

L’opera di Llewelyn Lloyd (1879-1949) rivive nella mostra “Lloyd. Paesaggi toscani del Novecento”, allestita a Villa Bardini a Firenze fino al 7 gennaio 2018. È curata da Lucia Mannini ed è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, in collaborazione con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron. Sono esposte 60 opere dell’artista, provenienti da 27 diverse collezioni private e pubbliche di tutta Italia. La mostra, corredata da un catalogo edito da Polistampa, ripercorre il cammino artistico di Llewelyn Lloyd, di origini gallesi ma livornese di nascita, che, dopo la formazione a Livorno e seguendo l’ideale artistico e morale di Giovanni Fattori, giunge a Firenze alle soglie del Novecento. Nelle sue opere il tema sempre presente è il paesaggio e in particolare le luminose vedute dell’Isola d’Elba: dalle albe rosate ai tramonti infuocati, dalle ampie raffigurazioni di campagne agli affacci marini. Il percorso espositivo segue le costanti ricerche formali dell’artista, il suo studio dei rapporti cromatici e degli equilibri compositivi, che dimostrano come il pittore, sebbene affondi le sue radici nella cultura Macchiaiola, debba di fatto essere considerato a pieno titolo un esponente della pittura italiana del Novecento. L’opera di Llewelyn Lloyd viene infatti spesso relegata a un ambito esclusivamente regionale e ancor più spesso considerata un’appendice della pittura Macchiaiola. Questa mostra a Palazzo Bardini intende invece proporla e affermarla come un tassello della vasta e articolata cultura italiana del primo Novecento, seppur espressione di una modernità radicata nella storia. Il rapporto con la tradizione artistica toscana per Lloyd è stato infatti dinamico, nei termini di una “rilettura” critica: ha derivato la sua pittura dai problemi formali posti dalla Macchia, ma l’ha vivificata e rinnovata innestandovi scelte cromatiche e compositive scaturite dalla conoscenza dei moderni sviluppi della pittura italiana e internazionale.

Alla grafica, aspetto importante nel procedimento creativo di questo artista, pressoché sconosciuta al pubblico, è dedicato un piccolo ma significativo spazio della mostra. I disegni sono raccolti in un “angolo” di intimità domestica e attestano come per Lloyd i ritratti prediletti fossero quelli dei famigliari e gli interni dello studio o della casa. Una piccola sezione, nell’affaccio che villa Bardini offre sull’Arno, è infine dedicata a esemplificare l’interesse che il pittore nutre negli anni Trenta per le vedute fiorentine o per quei luoghi dove la città digrada verso le campagne, lungo il corso dell’Arno o i margini del Terzolle, del Mugnone o dell’Elsa.

La mostra è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. L’ingresso costa 8 euro, ridotto 6.

“Fondazioni” settembre-ottobre 2017