Fino al 4 giugno 2017 Fondazione Fotografia Modena presenta un’esposizione tratta da un archivio privato che riflette la straordinaria personalità di una maestra modenese degli anni Sessanta, Tina Mazzini Zuccoli. La mostra, a cura di Silvia Vercelli e Andrea Simi, presenta una selezione di immagini e documenti provenienti dall’archivio fotografico “Tina Zuccoli”, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e conservato presso Fondazione Fotografia, proponendone una rivisitazione fotografica contemporanea, arricchita dalle immagini di Andrea Simi e dalle video-testimonianze di persone legate all’autrice.
L’archivio fotografico “Tina Zuccoli” è stato scelto sia per la ricchezza delle immagini di cui è composto, sia per la straordinaria personalità dell’autrice: la maestra elementare Tina Zuccoli (Imola, 1928 – Modena, 2006). Accompagnata dal marito Enzo, tra gli anni ’50 a e gli anni ‘70 la Zuccoli affiancò al suo ruolo di insegnante quello di esploratrice curiosa, compiendo numerosi viaggi nell’Artico e negli Stati Uniti, in particolare nella base spaziale di Cape Canaveral.
I coniugi Zuccoli viaggiarono nell’Artico dal 1955 al 1977, al seguito di spedizioni scientifico-botaniche; cacciatori di balene, presero parte al censimento degli orsi bianchi dell’isola di Edge e organizzarono una spedizione per la costruzione di un monumento in memoria del dirigibile “Italia” caduto nel 1928. Da tutti i viaggi la Zuccoli tornò con immagini (diapositive 6×6, di cui molte scattate dal marito), diari e resoconti che le consentirono di pubblicare 16 diversi volumi e di essere insignita della Laurea ad Honorem in Scienze Naturali nel 1992.
La natura selvaggia del Nord non fu la sola passione della Zuccoli. L’interesse per le navi portaerei e per i viaggi spaziali diretti verso la luna degli anni ‘60 la spinsero a intraprendere una corrispondenza con la Marina Americana e la NASA, che la invitò nella base di Cape Canaveral. Nel 1969 le fu possibile realizzare il progetto che aveva denominato MO.DE.NA. (Moon Destination NASA): regalare agli astronauti della missione lunare “Apollo 11” una targa d’argento da portare nello spazio. Fra le immagini americane si distingue per il suo valore artistico il documentario “Ombre e luci negli U.S.A.” del 1964, l’unico le cui fotografie sono sicuramente opera della Zuccoli, presentato in mostra come lavoro autoriale autonomo.
Nel percorso espositivo sono presenti diverse video-testimonianze di persone che hanno conosciuto Tina Zuccoli e hanno un legame diretto con i materiali contenuti nel fondo, fra cui alcuni dei suoi ex studenti: esse sono parte attiva nella costruzione del progetto e sono in grado di suggerire contatti tra archivio e contemporaneità. Fra le diverse storie, emerge il ruolo assunto dalla maestra Zuccoli dopo il terremoto in Emilia del 2012: fu lei, tra gli altri, a ispirare la ricostruzione, in particolare a Rovereto sul Secchia, dove aveva insegnato per diversi anni.
Il nuovo progetto fotografico di Andrea Simi (Siena, 1973) intende dialogare con l’archivio, ricercando connessioni e tracce materiali nel presente, ripercorrendo i luoghi personali e geografici dell’autrice.
In mostra sono esposte fotografie e taccuini originali provenienti dall’archivio, pubblicazioni e articoli dell’epoca su Tina Zuccoli. Viene inoltre proiettato per intero il suo reportage americano in diapositive a colori. Infine sopre presenti monitor con video-testimonianze di persone che hanno conosciuto l’autrice, accanto a fotografie contemporanee di Andrea Simi.