Il 74% dei visitatori di Bologna arriva in città per una motivazione culturale. Un traino è senz’altro “Genus Bononiae. Musei della Città”, un progetto nato per far conoscere, alimentare e crescere il genus, la stirpe, la storia, la vita, le arti dei bolognesi di ieri e di oggi, mettendo a disposizione un enorme spazio dove esso possa rivelarsi. Questo spazio è costituito da: San Colombano, con la collezione degli strumenti musicali antichi del Maestro Tagliavini; Santa Cristina, sede di concerti; Santa Maria della Vita, ove è collocato il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca; Palazzo Pepoli, museo innovativo dedicato alla storia della città; Palazzo Fava, affrescato dai Carracci e destinato a eventi ed esposizioni; Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo; San Michele in Bosco, belvedere affacciato su Bologna, ricco di opere d’arte; la Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, con un ricco patrimonio librario che parte dal 1500. Insomma, un “museo diffuso” articolato in otto poli dentro la città, restaurati e recuperati all’uso dei cittadini e alla visita dei turisti, grazie al sostanziale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Uno studio di Nomisma sull’impatto economico degli investimenti in cultura, commissionato dalla stessa Genius Bononiae, ne conferma il ruolo propulsivo sul territorio: l’impatto economico complessivo (diretto e indiretto) riconducibile alla presenza di Genus Bononiae è stato, nel 2016, superiore a 33 milioni di euro (0,1% del Pil di Bologna) e la cultura, in questa città, ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 2,2: ovvero, per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 2,2 in altri settori (fornitori a monte e a valle collegati alle attività culturali, commercio, turismo, pubblici esercizi).
La cultura è un asset fondamentale dell’economia del nostro Paese: nel 2015 ha prodotto un valore aggiunto di 89,7 miliardi di euro (6,1% del Pil nazionale), con il coinvolgimento di 1,5 milioni di occupati. In questo contesto Bologna entra nella classifica delle prime dieci province che maggiormente contribuiscono alla creazione di valore aggiunto. A Bologna si deve, infatti, il 7,1% del valore totale generato dal sistema cultura e importante è anche la quota di occupazione culturale: il 7,6% degli occupati nei diversi settori culturali. In questa filiera, il patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, luoghi e monumenti) e l’insieme delle rappresentazioni artistiche, convegni e fiere a sfondo culturale hanno un ruolo importante: rappresentano complessivamente il 18% del valore aggiunto direttamente imputabile alla produzione culturale (9,9 miliardi). Ma l’importanza del patrimonio artistico, di musei e mostre, trova ulteriore rilevanza se si considera il turismo: il 37,5% della spesa turistica totale italiana è infatti attivata dall’industria culturale. 38,5 milioni degli arrivi (36% del totale Italia) sono stati registrati in località storico-artistiche, con un incremento negli ultimi cinque anni del 18%. A fruire maggiormente del patrimonio culturale italiano sono stati gli stranieri. Anche i numeri dei musei testimoniano l’attrattività che esercita la cultura: nel 2016 in Italia si sono registrati 44,4 milioni di ingressi (+4% rispetto al 2015), con incassi superiori ai 172 milioni di euro (+12% rispetto al 2015). Certamente contribuisce la rivoluzione in atto nell’approccio tra istituzioni museali e fruitori, in cui è sempre più preponderante l’utilizzo di social media come strumento di comunicazione. Nomisma evidenzia come nel 2016 siano aumentate le pubblicazioni di contenuti sia da parte dei visitatori (giugno-settembre 2016 +12% rispetto ai cinque mesi precedenti) sia dei gestori dei musei (+156,5%). Un processo di innovazione grazie al quale è possibile raggiungere un pubblico potenziale sempre più vasto.
In questo quadro Nomisma – tramite un’indagine che ha coinvolto quasi 2.450 rispondenti tra i principali interlocutori e fruitori della città di Bologna (popolazione residente, imprese del territorio, visitatori dei siti del polo museale Genus Bononiae, altri stakeholder) – si è proposta di identificare l’attuale modello evocativo associato alla città, di individuare il ruolo di attrattività della proposta culturale di Bologna e di misurare il contributo generato in termini di crescita socio-culturale ed economica dall’offerta museale del polo Genus Bononiae per il territorio. “Bologna è una città ricca di cultura”: è questa la definizione che il 96% delle imprese, il 95% dei turisti ed escursionisti e il 93% della popolazione residente associa alla città. Non solo la percezione di Bologna è connessa a una dimensione culturale, ma la cultura è anche la prima motivazione di visita della città: ad affermarlo sono il 74% dei turisti e degli escursionisti e il 91% degli utenti del percorso Genus Bononiae. Anche gli elementi considerati distintivi della città di Bologna sono legati alla cultura: monumenti (Due Torri, Piazza Maggiore, San Petronio…), musei, mostre ed eventi culturali sono i fattori che meglio rappresentano la Brand Identity di Bologna (indicati dal 77% degli utenti di Genus Bononiae, dall’82% dei turisti/escursionisti); tra i fattori rappresentativi seguono l’Università (citata dal 64% della popolazione) e la tradizione culinaria (57% delle imprese del territorio). La cultura non è solo fattore distintivo, ma anche di attrazione: 1 visitatore su 4 viene a Bologna principalmente per la sua proposta culturale, il 61% di turisti ed escursionisti visita almeno un museo e l’interesse per la cultura appassiona anche la popolazione residente, il 92% dei cittadini dichiara di aver visitato almeno un museo o una mostra presenti in città. Inoltre, i visitatori di mostre e musei manifestano forte soddisfazione per l’esperienza culturale vissuta a Bologna. Rispetto alla visita fatta ai musei della città il 97% dei bolognesi e il 94% dei turisti/escursionisti si dichiara soddisfatto. Il 72% dei visitatori soddisfatti dichiara che, nei prossimi 3 anni, tornerà in città con una probabilità superiore all’80%.
L’offerta culturale proposta rappresenta anche un propulsore per il miglioramento della qualità della vita (lo pensa l’82% della popolazione e l’84% delle imprese); per l’87% dei bolognesi e l’85% delle imprese la presenza dei musei ne è fattore determinante. Il patrimonio culturale di Bologna gioca quindi un ruolo importante nel rafforzare l’identità dei cittadini e della città, e genera un processo di coinvolgimento attivo della popolazione: l’87% afferma di essere disposto a sostenere i progetti culturali di Bologna svolgendo attività di volontariato, il 75% con donazione del 5xmille/2xmille e il 74% con altre donazioni liberali secondo le proprie disponibilità. In relazione all’impatto economico generato dall’offerta culturale bolognese, quel che emerge è un riconoscimento da parte di residenti (84%) e aziende (82%) del ruolo attivo che musei, mostre ed eventi culturali hanno nell’arricchire economicamente la città. Nello specifico, le imprese che operano nei settori del commercio, dei pubblici esercizi e della ricettività vedono gli eventi culturali come uno dei principali motori dell’economia del luogo: musei e mostre (56%), unitamente a fiere e congressi (63%), rappresentano i vettori principali della sua crescita. Per tali filiere, la presenza di musei e mostre ha ricadute positive sia sul numero di clienti serviti che sul fatturato (oltre il 70% delle imprese rileva una forte capacità di attivazione economica). Nei giorni in cui ci sono eventi culturali in città, il 57% delle imprese dichiara di registrare un aumento nel giro di affari superiore al 5%.
In tale scenario il polo museale Genus Bononiae ha un ruolo determinante nella definizione della proposta culturale della città: l’analisi di Nomisma rileva infatti che 1 utente su 3 viene a Bologna esclusivamente per visitare la proposta espositiva del percorso Genus Bononiae. Il forte interesse per la proposta di Genus Bononiae è sancita anche dal numero di visitatori del percorso museale: nel 2016 i visitatori sono saliti a 283mila, con una crescita significativa rispetto al 2015 (+61%). Dall’indagine risulta evidente come la cultura – in tutte le sue forme e manifestazioni – non sia solo l’icona della città, ma sia un volano per lo sviluppo sociale, urbanistico ed economico del territorio. Se, dunque, la cultura è l’elemento distintivo di Bologna, la sua natura di attivatore sociale ed economico è il tratto peculiare del patrimonio storico-artistico della città.