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Omaggio a Giacomo Balla

Un ben riuscito omaggio a Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958) è la mostra dal titolo “Futurballa” in corso ad Alba, fino al 27 febbraio presso la Fondazione Ferrero, realizzata con il contributo delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Cuneo e Compagnia di San Paolo. Questa figura straordinaria di pittore, fondamentale raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche, è ricordata con un’ampia esposizione che traccia il percorso della sua vita, di un’intera vita. «Ho sempre dipinto. Sto dipingendo. Dipingerò fino all’ultimo istante – afferma egli stesso nel 1930 – . È l’opera d’arte che deve far parlare; è dell’opera d’arte che si deve parlare; è l’opera d’arte che deve far conoscere l’artista. Tutto il resto è mediocrità». La mostra, a cura di Ester Coen, è articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista; le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; l’analisi del movimento e il futurismo. Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese lo sguardo penetra la realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società. Un ampio numero di opere documenta questa fase – tra fine ottocento e primi novecento – durante la quale, in parallelo a temi tra sofferenza e alienazione, l’artista sviluppa un’altissima sensibilità tecnica, le cui origini affondano nel divisionismo piemontese. La pennellata ricca di filamenti luminosi, il forte contrasto tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettici audaci ed estremi rappresenterà per i futuri aderenti al Manifesto del Futurismo un modello unico e straordinario da seguire. La mostra di Alba evidenzia pienamente l’adesione alla poetica del Futurismo. Dal realismo dei primi dipinti si assiste alla trasposizione dei precedenti principi compositivi nella materia dinamica e astratta delle Compenetrazioni iridescenti a larghi tasselli cromatici, alla ricomposizione della nuova realtà in movimento nelle Linee di velocità. In un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri – verticale, diagonale, spirale – il linguaggio di Balla scopre nuove categorie della rappresentazione nei suoi parametri primari, nell’amplificazione del fenomeno fisico, isolato, sezionato e inquadrato in tutta la sua verità di materia vibratile. Una visione capace di attingere alle massime profondità, ma di sfondare anche i limiti della cornice, in un gioco di rilancio verso la vita. Le opere del percorso espositivo albese appartengono a prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere ed è possibile ammirare capolavori straordinari difficilmente concessi in prestito: il Polittico dei viventi, nella sua completezza, giunto dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dall’Accademia di San Luca di Roma, “La mano del violinista” dalla Estorick Collection di Londra, la “Bambina che corre sul balcone”, che viene dal Museo del Novecento di Milano, il “Dinamismo di un cane al guinzaglio” (1912, foto in alto a destra) giunto dalla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, il “Volo di rondini” del Museum of Modern Art di New York, la “Velocità astratta + rumore” (1913-14, foto a sinistra) in prestito dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, accostata alla “Velocità astratta”.

 

“Fondazioni” gennaio-febbraio 2017