Da domenica 6 marzo il più antico Sefer Torah “kosher” d’Italia utilizzabile per le funzioni religiose è tornato alla Sinagoga di Biella. Il prezioso manufatto, di epoca medioevale, è stato appena restaurato anche grazie al contributo delle Fondazioni Crt e Cassa di Risparmio di Biella, in collaborazione e su iniziativa della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, nell’ambito della sua attività volta a promuovere il recupero, la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico artistico ebraico italiano. Il Sefer Torah è un Rotolo sul quale è trascritto il Pentateuco, ovvero i primi cinque libri dell’Antico Testamento; è l’oggetto di maggior valore conservato in una sinagoga e può essere utilizzato per le attività religiose solo se kosher, cioè integro e privo di imperfezioni. Il recupero del Sefer Torah di Biella è stato effettuato a Roma dall’esperto sofer (scriba) Amedeo Spagnoletto, unico copista negli ultimi 150 anni ad aver trascritto a mano il Sefer Torah. Il lavoro ha riguardato la pulitura delle pergamene, la risistemazione e la cucitura di quelle lacere, il riempimento delle lettere che presentavano cancellature o fenditure dell’inchiostro (ha-nirà le-ain), la sostituzione dei rattoppi (matlitim) inadeguati effettuati nel corso degli anni, il restauro con pasta di pergamena di tutti i fori causati dai tarli.
Un’analisi scientifica a cura dell’Università dell’Illinois effettuata sulla Sefer Torah biellese, che è di grafia ashkenazita, ha accertato, attraverso un esame al Carbonio 14, che il rotolo può essere datato al 1250, classificandolo così come il più antico al mondo proveniente dall’Europa in possesso di una Comunità ebraica e ancora adatto alla lettura. «Non è raro imbattersi in sefer Torah molto antichi – sottolinea Spagnoletto, in un articolo di Francesca Matalon pubblicato sul portale dell’ebraismo italiano Moked – ma in questo caso il rotolo è rimasto completamente integro, senza che una sola pergamena sia stata sostituita dal 1250 a oggi». Una condizione straordinaria in virtù della quale il restauro del rotolo è stato un’operazione particolarmente delicata. Il rischio era che, intervenendo sullo stile medievale di questo manoscritto che proviene dal cuore dell’Europa (dal Nord Italia alla valle del Reno), se ne potesse alterare la struttura e rendere il Sefer non kosher, ossia inadatto alla lettura. Una caratteristica, quest’ultima, che ne accresce ulteriormente il valore: «Siamo in presenza del più antico sefer il cui uso rimane ancora oggi quello per cui è stato creato – dice Spagnoletto – a differenza di altri ritrovati che hanno invece oggi una destinazione museale, o sono conservati in biblioteche e da istituzioni esterne alle Comunità ebraiche».
Il rientro in sinagoga è stato celebrato con una cerimonia speciale definita “Haknasat Sefer Torah”, aperta alla comunità ebraica, alle Istituzioni e a tutti coloro che hanno contribuito al restauro del prezioso rotolo. Il pubblico e la cittadinanza sono stati invitati a seguire le successive relazioni presso il Palazzo Gromo Losa della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Prima del suo ingresso in sinagoga il Sefer Torah è stato rimontato sui suoi bastoni originali, “vestito” con tutti gli addobbi rituali (manto di broccato, corone ‘Ataroth’ e medaglioni d’argento ‘Tass’). Dopo le speciali benedizioni per l’occasione solenne è stato riposto nell’armadio sacro della Sinagoga (Aron ha-Kodesh), da cui sarà estratto per ogni funzione di culto ebraico.