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Il Memoriale della Shoah di Bologna

In occasione della scorsa Giornata del ricordo delle vittime dell’Olocausto (il 27 gennaio), Bologna ha inaugurato il suo Memoriale della Shoah. Il monumento nasce dall’impegno congiunto della Comunità Ebraica, istituzioni e privati, tra cui la Fondazione del Monte, ed è stato realizzato nel tempo record di un anno. Due blocchi di acciaio alti 10 metri si fronteggiano all’angolo tra via dei Carracci e il ponte di via Matteotti convergendo l’uno verso l’altro fino a delimitare una fessura larga appena da far passare un persona. Ai lati, orbite vuote sovrastano il percorso ripetendosi in maniera ossessiva in tutte le direzioni. Rappresentano le celle dei deportati; il vuoto lasciato da chi le occupava. Ma esiste un’altra faccia del Memoriale: una facciata liscia – dove il perimetro delle celle si indovina solo attraverso lievi sporgenze – pensato espressamente per riflettere suoni, luci e immagini. Il monumento, infatti, è pensato come un magnete: vuole attirare le persone, farle riflettere, discutere, pensare su quanto è accaduto nella storia: sulla Shoah e sui nomi che lo sterminio ha assunto nelle diverse lingue e culture cha ha cercato di estinguere. Il simbolismo gioca un ruolo importante nel monumento. Non ci sono scritte – eccetto una targa con i benefattori che l’hanno reso possibile – ma è il luogo stesso a parlare: una piazza immacolata, sorta sopra la neonata stazione dell’alta velocità.

L’idea del Memoriale nasce all’interno della Comunità ebraica di Bologna durante la giornata della Memoria 2015. L’ambizione è stata partire con un progetto preciso e circostanziato, in modo da offrire, fin dall’inizio, un’iniziativa credibile e concretizzabile. Il risultato è stata una competizione internazionale che, in pochi mesi dalla pubblicazione del bando – il primo redatto in inglese dal Comune di Bologna – ha raccolto 284 proposte da altrettanti architetti e studi di progettazione. Il 30 per cento proveniva dall’estero. Tra i primissimi a sposare l’iniziativa l’allora Presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Marco Cammelli.

L’impegno è stato confermato e portato a termine dall’attuale Presidente, Giusella Finocchiaro. Nella stesura del bando si è rivelato fondamentale il contributo del’Ordine degli Architetti di Bologna, mentre la stesura del progetto esecutivo e la realizzazione dell’opera si devono alla bolognese Si Produzioni. A garantire la sostenibilità del progetto, il contributo finanziario della Regione Emilia-Romagna. Forte anche l’impegno internazionale, con la campagna della Comunità ebraica di Las Vegas, e in continua crescita il contributo di imprenditori e privati cittadini. Dall’intuizione iniziale all’inaugurazione, l’intera opera è stata realizzata in un anno esatto.

È stato Peter Eisenman, architetto che ha stilato il progetto del Memoriale di Berlino, a presiedere la commissione che ha selezionato il progetto di un gruppo di architetti romani trentenni tra i 284 presentati. Già affermati nel loro campo grazie a riconoscimenti e collaborazioni internazionali, hanno deciso di partecipare, insieme, alla Memorial Competition fondando lo studio di progettazione Set Architects. Sono Lorenzo Catena, Chiara Cucina, Onorato di Manno, Andrea Tanci.

 

Link: www.fondazionedelmonte.it