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Risorge l’area della Santissima Annunziata

Si moltiplicano a Firenze gli interventi a favore del territorio e dei suoi cittadini. L’Ente Cassa di Risparmio, da qualche giorno, ha infatti annunciato un nuovo progetto per moltiplicare le possibilità occupazionali dei giovani, supportarli nell’acquisto della casa e nello sviluppo di imprese. Si tratta di I.S.T. (Interventi per lo Sviluppo del Territorio), realizzato congiuntamente alla Banca Cr Firenze e in collaborazione con l’associazione Vo.bi.s (Volontari Bancari per l’Impresa sociale).

Cinque le linee di intervento studiate. “Jobs Act Plus” punta a promuovere l’assunzione di operai specializzati e/o apprendisti finanziando il pagamento di una parte degli emolumenti nell’ambito della regolamentazione “Jobs Act”, che già riduce il costo contributivo e fiscale per l’azienda per i primi tre anni di assunzione. “E-Commerce Evolution” incentiva il ricorso delle micro-imprese artigiane all’ecommerce grazie alla compartecipazione alla spesa dei primi tre anni per la selezione di un adeguato marketplace e la messa a regime del profilo e-commerce previsto dal marketplace individuato. “New One” favorisce il rinnovo e l’ammodernamento di impianti, strumentazioni, attrezzature e processi nei laboratori artigiani tramite l’erogazione di un contributo a fondo perduto a fronte degli investimenti. “Young Home” incoraggia l’acquisto della prima casa da parte di giovani under 40 tramite l’erogazione di un contributo in conto interessi a fronte dei mutui accesi presso Banca Cr Firenze. Infine, “New Artist” facilita l’apertura di nuove imprese operanti nel settore dell’artigianato e dell’arte da parte dei giovani che abbiano compiuto studi e/o un percorso di formazione nel settore, mediante la messa a disposizione di un “capitale di avvio”, finalizzato a supportare l’investimento iniziale. Le risorse del progetto saranno assegnate tramite bandi (vedi www.entecarifirenze.it) a soggetti residenti nelle province di Firenze, Arezzo e Grosseto.

Intanto sul fronte urbano sono già in fase di attuazione i piani per il recupero e la valorizzazione dell’area della Santissima Annunziata che, con la sua Basilica, è da secoli un riferimento della storia civile e religiosa di Firenze. A fine anno l’Ente ha firmato un protocollo d’intesa con il Comune di Firenze per un ampio progetto triennale (2015-2017), del valore complessivo di 4,7 milioni di euro, di cui 1,7 a carico della Fondazione. Esso comprende non solo il restauro e la nuova impiantistica di molte parti della Basilica (che ha una delle Porte Sante giubilari), ma anche numerose azioni di carattere strutturale che hanno lo scopo di dare piena fruibilità a tutta la piazza.

L’intervento più rilevante (oltre un milione di euro) è riservato alla Basilica, che necessita di importanti lavori di consolidamento e pulitura. Il più significativo è il restauro del Tempietto della Vergine Maria, che conserva un affresco duecentesco raffigurante l’Annunciazione, molto caro ai fiorentini. Sono poi in programma lavori sulla cupola, sul rivestimento delle pareti, sulla facciata della “Biblioteca Michelozziana”, su quella dell’Oratorio di San Francesco Poverino. Le indagini e gli studi compiuti in vista delle operazioni di restauro hanno rivelato la necessità di procedere con un intervento organico e coordinato anche nelle zone circostanti la Basilica, fortemente deteriorate. Saranno così effettuati la mappatura dei sottoservizi della piazza, con l’identificazione di tutte le strutture e le canalizzazioni a uso delle utenze e dei servizi pubblici e le loro diramazioni; il ripristino del sistema fognario, le cui perdite provocano da anni allagamenti nelle strade adiacenti oltre al distacco e alla rottura dei marmi del basamento della facciata; il rifacimento del manto stradale. Anche questi sono interventi a cura del Comune su finanziamento dell’Ente Cassa. A carico del Comune è invece l’inserimento di un giunto elastico antivibrante nel tratto stradale che corre di fronte alla Basilica, al fine di isolarla dalle quotidiane e pericolose vibrazioni dovute al traffico veicolare, pericoloso per la stabilità del complesso.

«Siamo orgogliosi di poter annunciare oggi un progetto di valorizzazione imponente che cambierà davvero il volto dell’area intorno alla Basilica – ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, in occasione della firma del protocollo con la Fondazione, il 21 dicembre scorso –. È un eccellente esempio di sinergia tra il Comune e l’Ente Cassa di Risparmio, da sempre al nostro fianco nella valorizzazione e nella riqualificazione dei nostri beni culturali e artistici. Santissima Annunziata è uno dei luoghi del cuore dei fiorentini e uno dei punti di riferimento religiosi più importanti, come evidenziato anche dal Pontefice nella sua recente visita. Restaurare la Basilica e il contesto in cui è stata pensata e ideata è per noi motivo di gioia e uno dei progetti più importanti e innovativi del mandato. Siamo inoltre contenti che possa essere utilizzato l’Art bonus, uno strumento innovativo che consentirà un credito di imposta particolarmente vantaggioso».

«Questo progetto – ha sottolineato il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Umberto Tombari – rende visibile, meglio di tante parole, il processo in atto di una Fondazione che sta cambiando pelle, diventando sempre meno ente erogatore e caratterizzandosi come partner privilegiato di importanti interventi di recupero condotti assieme alle istituzioni del territorio. La necessità di elaborare un progetto organico di queste dimensioni e con tali caratteristiche per un’area così importante per la città è nata in seguito ai numerosi interventi isolati, ma mirati, che abbiamo effettuato in questa zona dal 1994 al 2014 per una spesa complessiva di 2.350.000 euro e che hanno interessato sia la zona monumentale che le opere d’arte interne alla basilica. La nostra Fondazione è infatti coinvolta, fin dal 2012, in un protocollo di intesa tra Ministero dei Beni culturali, Regione Toscana, Consulta delle Fondazioni di origine bancaria della Toscana finalizzato al recupero e alla valorizzazione dell’area. Dall’ascolto delle emergenze della comunità nella quale viviamo è però emersa la necessità di lasciare le modalità occasionali e multiformi attuate fino ad oggi in favore di una progettualità integrata basata sulla osservazione globale del sistema architettonico-urbanistico-ambientale del quartiere. Riteniamo che questa esperienza potrebbe diventare un valido modello operativo che potrebbe essere replicabile e che costituisce un preciso indirizzo della Fondazione ad operare sempre più a zona (ove naturalmente è possibile) e sempre meno per punti isolati».

 

da “Fondazioni” marzo-aprile 2016