Amnistia o depenalizzazione, è probabile che il dibattito parlamentare in corso per risolvere la grave situazione che si è determinata nelle carceri italiane si concluderà con un provvedimento di sfollamento. La necessità di garantire un trattamento umano e dignitoso a chi sconta una pena può rischiare, però, di trasferire i problemi fuori dal carcere. Uscire dalla casa circondariale e trovarsi spesso soli, disoccupati, senza un letto dove dormire, può condurre a scelte obbligate, con il pericolo di commettere nuovi errori. Per contribuire ad arginare questo rischio, da qualche anno la Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno finanzia il progetto “Sperimentando”, promosso dalla Caritas e dagli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.) del Ministero di Giustizia. Il contributo della Fondazione consente di pagare l’affitto di una casa per ospitare chi uscendo dal carcere si trovi solo e voglia fermarsi a Livorno. Esso chiude un ciclo articolato di interventi che inizia all’interno del carcere con i primi contatti tra detenuti, assistenti sociali e volontari della Caritas, prosegue alla Maddalena (qui il detenuto per quindici giorni svolge lavori socialmente utili) e si conclude, appunto, con l’accoglienza nella casa messa a disposizione dalla Fondazione Cariliv. Nell’appartamento, gestito dalla Caritas, gli ex detenuti, italiani e stranieri, vengono accolti e accompagnati da volontari e assistenti sociali, nel loro percorso di reinserimento sociale. Gli operatori provvedono a fornire loro pasti caldi e a sostenerli nella ricerca di un lavoro per cominciare una nuova vita. Nell’appartamento vengono ospitati gruppi di cinque persone: detenuti appena dimessi, privi di domicilio, che non hanno parenti o che hanno rotto i rapporti con la famiglia. Dal novembre 2008 a oggi sono stati organizzati percorsi di accoglienza e accompagnamento per 27 persone provenienti dagli istituti penitenziari di Livorno e Gorgona, usciti in particolare per l’indulto. Durante la permanenza nella casa i volontari della Caritas aiutano gli ex detenuti a ricostruire una rete sociale di rapporti, a far emergere esperienze e competenze, a redigere il curriculum, a prendere contatti con i centri per l’impiego e, quando è possibile, a trovare lavoro, come è successo, recentemente, con l’inserimento di 7 persone alla Misericordia.