A sei anni dal terremoto che ha sconvolto L’Aquila e il suo territorio, riapre uno dei suoi monumenti simbolo. La grande Basilica di San Bernardino da Siena, fatta costruire con il sostegno economico delle famiglie più importanti della città alla fine del quattrocento da San Giovanni da Capestrano per ospitare le sacre spoglie del santo senese morto all’Aquila nel 1444, torna agli antichi splendori.
Grazie ad un restauro durato quattro anni – costato circa 13 milioni di euro – è stato minuziosamente ricomposto un complesso monumentale fortemente danneggiato dal sisma, riscoprendo anche testimonianze dell’edificio tardo gotico, cancellato dall’altro disastroso sisma che cambiò il volto dell’Aquila: quello del 2 febbraio 1703. Un risultato importante se si considerano le grandi dimensioni della chiesa e le numerose ed importanti opere d’arte che conserva, un traguardo raggiunto anche grazie ad un lavoro sinergico tra il Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche Lazio Abruzzo Sardegna – sede coordinata di L’Aquila, le Soprintendenze per Beni Architettonici e Paesaggistici e Storici Artistici ed Etnoantropologici per l’Abruzzo e la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila. In particolare la Fondazione Carispaq ha interamente finanziato, con un importante stanziamento, il restauro del prezioso soffitto ligneo, opera dello scultore Ferdinando Mosca di Pescocostanzo (1723-1727) e del pittore Girolamo Cenatiempo, artista allievo di Luca Giordano, che vi ha raffigurato episodi della vita di San Bernardino. Un intervento diretto dall’ex Soprintendente Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per l’Abruzzo, Lucia Arbace, ed eseguito dalle imprese Iciet Srl e Carnicelli Dario Srl, che ha permesso di riportare alla luce l’originario aspetto della grande opera che oggi si presenta con il fondo di un azzurro intenso.
Il restauro dell’edificio di culto appaltato dal Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche per Abruzzo, Lazio e Sardegna ed eseguito dalla ATI Donati Spa ed EME Restauri Srl, ha riguardato in un primo momento, la cupola gravemente lesionata, la quale è stata innanzitutto consolidata e poi restaurata; si è proceduto alla riparazione di tutto il resto del corpo della Basilica. Particolare attenzione è stata posta al campanile per i vasti crolli che aveva subito, mentre la torre campanaria è stata restaurata grazie ad una serie di consolidamenti conservativi, sia da un punto di vista strutturale che da un punto di vista dell’apparato murario. È stato eseguito, in questo caso, un minuzioso lavoro di monitoraggio e catalogazione a terra per il recupero di tutte le pietre cadute dopo il crollo, riutilizzate per la ricostruzione della torre e della cella campanaria.
«La riconsegna della Basilica di San Bernardino – ha dichiarato il presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani – rappresenta per gli aquilani, non solo un momento di festa, ma un ritorno alla normalità attraverso il recupero della loro identità.. Questo complesso monumentale è sempre stato un luogo centrale per la socialità degli aquilani; un punto di riferimento per i giovani che, grazie alla presenza dei francescani, hanno trovato uno spazio per la formazione ed anche per il momento ludico. E’ stato anche il luogo dove ha trovato espressione, con le omonime ceramiche, l’artigianato di qualità del nostro territorio. E poi non dimentichiamo i grandi momenti di alta cultura che qui ha sempre trovato ospitalità».