L’assistenza sociale contrasta il disagio
Il settore “Assistenza sociale” raccoglie gli interventi che le Fondazioni realizzano allo scopo di sostenere i cittadini in condizione di disagio o a rischio di esclusione sociale, nonché quelli a sostegno dei servizi di protezione civile e di assistenza ai profughi e rifugiati. Non comprende invece, pur se aventi finalità generali analoghe, gli interventi destinati alle organizzazioni di volontariato e ad altri intermediari filantropici (come ad esempio le Fondazioni comunitarie), raccolte nell’ambito del settore “Volontariato, Filantropia e Beneficenza”; né le iniziative nel campo dell’Housing Sociale, che a partire dal 2013 sono state registrate nel settore Sviluppo locale. Con 119,8 milioni di euro e 2.495 interventi l’“Assistenza sociale” nel 2013 ha assorbito il 13,5% delle erogazioni totali (12,9% nel 2012) e la parte prevalente (98,7%) è andata al comparto Servizi sociali, seguito da Servizi di assistenza in caso di calamità naturale, di protezione civile e di assistenza ai profughi e ai rifugiati, ai quali va complessivamente l’1,2% degli importi indirizzati al settore. Come nel passato il raggio d’azione è stato ampio: i destinatari finali sono in primo luogo i disabili (58,7%), quindi gli anziani (15,6%), i minori (12,1%) e i tossicodipendenti (2,3%); ad altri soggetti (famiglie a rischio di povertà, persone senza fissa dimora, detenuti, ecc.) è stato finalizzato il 10,6% delle risorse. Per quanto riguarda, invece, la natura dei soggetti beneficiari delle erogazioni si rileva una larga prevalenza degli organismi del privato non profit, che raggiungono in questo settore una delle quote di incidenza più alte (77,2% degli importi assegnati, contro una media complessiva di 67,1%). Il dato riflette la consuetudine delle Fondazioni a una stretta cooperazione con le organizzazioni del terzo settore presenti sul territorio, secondo la logica del modello di welfare comunitario. Tra gli interlocutori più ricorrenti compaiono le fondazioni civili, a cui va il 31,4% dei contributi del comparto, le associazioni private (tra cui le associazioni di promozione sociale) con il 14% delle erogazioni, le cooperative sociali con il 13,2% e gli altri soggetti privati con il 9,3% (tra cui Comitati, Ipab, Ong, Imprese sociali, Scuole e Università, Strutture sanitarie). L’intensa relazione con questo variegato mondo e relative reti trova ulteriore riscontro statistico nel dato relativo all’origine delle iniziative sostenute: qui la prevalenza delle erogazioni a fronte di domande di terzi è più alta di quella registrata per il complesso dei settori (il 69,3% nel settore contro il 64,7% a livello generale). Con se guen – temente hanno minor rilievo in questo ambito i progetti di origine interna (che pesano per il 15,2% degli importi erogati rispetto al 17,3% sul volume totale delle erogazioni) e le assegnazioni tramite bando (nel settore al 15,5%, contro il 18% delle erogazioni complessive). Pur nell’ampia gamma delle iniziative messe in campo è possibile individuare alcune direttrici prevalenti delle progettualità sostenute. Per quanto riguarda l’assistenza agli anziani e ai disabili prevalgono le politiche volte a contrastare la non autosufficienza, privilegiando il sostegno alle famiglie in un’ottica di domiciliarizzazione dell’assistenza, pur non mancando interventi anche importanti sulle strutture di accoglienza. Sono altresì diffuse le iniziative finalizzate a promuovere attività di socializzazione e l’inserimento lavorativo. L’ambito minorile è affrontato da un lato promuovendo il benessere psico-fisico dei giovani nelle diverse fasce di età (dalla prima infanzia all’adolescenza), dall’altro offrendo opportunità di sviluppo delle capacità e potenzialità, in una logica di prevenzione dei rischi di emarginazione sociale e di devianza. Gli strumenti utilizzati sono molteplici e variano in funzione del contesto di riferimento e del bisogno da soddisfare: aiuti alle famiglie, fondi di garanzia per l’accesso al microcredito, progetti di auto-impiego, iniziative promozionali della coesione sociale, ecc.
Con il volontariato un’interazione che cresce e dà frutti
Nel settore “Volontariato, Filantropia e Beneficenza”, a differenza di quanto avviene negli altri settori, dove il comune denominatore è rappresentato dal contenuto tematico e disciplinare delle azioni realizzate con i contributi erogati dalle Fondazioni, rilevanza primaria assume il profilo degli intermediari coinvolti, cioè delle organizzazioni a cui le Fondazioni hanno assegnato le proprie risorse per la realizzazione degli interventi. Qui sono censite, in particolare, le iniziative che coinvolgono nel ruolo di “tramite” le organizzazioni di volontariato e alcuni intermediari filantropici (ad esempio le Fondazioni di comunità) caratterizzati da pregnanti finalità solidaristiche in ambito nazionale e internazionale, nonché le iniziative assunte in proprio dalle Fondazioni di origine bancaria con stringenti finalità umanitarie e filantropiche. Così, dell’importo complessivo destinato al settore – che nel 2013 è stato di 104,6 milioni di euro, pari all’11,8% del totale delle risorse erogate (12,1% nel 2012) – il 30,1% è stato impiegato per gli Accantonamenti ai fondi speciali per il volontariato; il 28,8% è andato in Contributi a fondazioni grant-making ed altri intermediari filantropici, ovvero a fondazioni come quelle di comunità, alla Fondazione con il Sud o ad altri soggetti non profit del territorio che intermediano le risorse verso le organizzazioni del terzo settore; il 19,1% a Interventi diretti di promozione e sostegno del volontariato; il 10,6% a Iniziative umanitarie e filantropiche; il 5,8% ad Attività di sostegno allo sviluppo e alle condizioni di vita dei paesi poveri; lo 0,3% a Scambi culturali e cooperazione internazionale. Il rapporto tra Fondazioni e mondo del volontariato è solido e ha radici molto antiche. L’esperienza delle originarie Casse di Risparmio e Banche del Monte, che avevano coltivato uno speciale legame con le realtà di volontariato locali esercitando l’attività “morale” per loro prevista in abbinamento alla funzione creditizia, è stata ripresa, rivitalizzata e approfondita dalle Fondazioni nell’assolvimento di una nuova, più mirata e moderna funzione di servizio alla comunità. E oggi i terreni su cui essa si dispiega sono essenzialmente due: uno previsto dalla legge (il finanziamento dei Fondi speciali per il volontariato istituiti con l’art. 15 della legge 11 agosto 1991 n. 266 “Legge quadro sul volontariato”, che li stabilisce pari a un quindicesimo dell’avanzo d’esercizio al netto della riserva obbligatoria e della quota minima da destinare ai settori rilevanti); l’altro legato allo svolgimento della comune attività “istituzionale” delle Fondazioni, con l’erogazione diretta di contributi alle organizzazioni di volontariato per la realizzazione di progetti e programmi. Peraltro le attività delle organizzazioni di volontariato sostenute dalle Fondazioni si esplicano anche in altri settori diversi dallo specifico Volontariato, Filantropia e Beneficenza. Per cui i dati sin qui esposti non sono esaustivi delle iniziative promosse dalle Fondazioni a sostegno del volontariato. Per avere il quadro completo è necessario estendere la ricerca anche agli altri settori, selezionando al loro interno le iniziative riconducibili alle organizzazioni di volontariato quali soggetti beneficiari delle erogazioni. Da questa più allargata ricognizione si evince che nel 2013 le erogazioni rispondenti a questo requisito, rilevabili soprattutto nei settori Assistenza sociale e Salute pubblica, ammontano complessivamente a 7,7 milioni di euro. Sommando questo importo ai valori già ricordati dell’accantonamento ai fondi speciali per il volontariato (31,5 milioni di euro) e agli interventi diretti di promozione e sostegno del volontariato (20 milioni) si ottiene un aggregato di 59,2 milioni di euro (il 7,6% in più del 2012), che può essere assunto come valore di riferimento più puntuale del sostegno rivolto dalle Fondazioni al mondo del volontariato nel 2013. Andando oltre nel ragionamento, l’analisi potrebbe essere utilmente estesa agli interventi che interessano le cooperative sociali e le associazioni di promozione sociale. Si tratta infatti di due realtà organizzative che, sebbene giuridicamente distinte dalle organizzazioni di volontariato, operano avvalendosi strutturalmente di significativi apporti di lavoro volontario. Anche le erogazioni a esse destinate possono quindi essere considerate, sebbene in misura meno diretta delle prime, come contributi promozionali dell’attività di volontariato. Nel 2013 l’ammontare delle risorse destinate a queste realtà è stato pari a oltre 42 milioni di euro. Un ultimo ambito da considerare ai fini di questa analisi, sebbene qui sia impossibile tentare una stima anche solo di massima del suo impatto sul mondo del volontariato, è quello degli interventi delle Fondazioni a favore di iniziative di istituzioni pubbliche e private che prevedono l’attivazione di collaborazioni dirette con le organizzazioni di volontariato. Anche in questo caso, infatti, i benefici del contributo concesso dalle Fondazioni si riversano, seppure indirettamente, sulle stesse organizzazioni di volontariato, ampliando la sfera delle interazioni positive tra l’attività istituzionale delle Fondazioni e il contesto dell’azione volontaria dei cittadini al servizio della comunità.
Salute: per prestazioni migliori più efficienza di servizi e strutture
Secondo il rapporto Istat 2014 la spesa sanitaria pubblica italiana è stata nel 2012 pari a 111 miliardi di euro, inferiore di circa l’1% rispetto al 2011 e dell’1,5% in confronto al 2010. Dal rapporto emerge anche che il ruolo del non profit in questo campo è in crescita. Per quanto riguarda le Fon – dazioni di origine bancaria, l’impegno sul fronte della “Salute pubblica” è in ripresa, dopo un periodo di flessione. Nel 2013 ha fatto registrare un aumento (+25,3%) delle erogazioni, in controtendenza rispetto all’andamento delle erogazioni complessive (-8,4%), su cui il settore incide per una quota del 7,7% con 68,4 milioni di euro. Tra i principi fondamentali che ispirano l’intervento delle Fondazioni in questo settore assumono particolare rilievo l’universalità e l’equità delle prestazioni (dalla cui combinazione origina un’i – dea di “universalismo selettivo”), l’umanizzazione dei servizi e l’integrazione socio-sanitaria, in una prospettiva che pone sempre il cittadino al “centro” dell’intervento, allo scopo di coinvolgere l’intera comunità per ottimizzare le modalità assistenziali e di cura. Onde evitare la frammentazione e la dispersione di risorse le Fondazioni intervengono preferenzialmente a favore di progetti coerenti con le strategie delle varie realtà socio-sanitarie esistenti sul territorio, puntando a favorire una maggiore efficienza dei servizi e delle strutture e promuovendo un più deciso orientamento alla qualità della prestazione. Ne sono esempio alcune iniziative innovative volte a sostenere la progettazione di nuovi modelli gestionali delle aziende sanitarie e la promozione di sistemi di rete tra insediamenti socio-sanitari presenti sul territorio. O anche il supporto a forme di assistenza sanitaria che favoriscono migliori condizioni di autosufficienza dei pazienti e consentono di mantenerli nel proprio contesto famigliare (servizi domiciliari). In questo solco si inseriscono, inoltre, i contributi al miglioramento della qualità organizzativa e professionale del personale medico e infermieristico, attraverso percorsi formativi dedicati. Coerentemente, gioca un ruolo di primo piano il sostegno ai giovani ricercatori, attraverso contratti di ricerca e borse di formazione, con particolare riguardo ai temi della diagnosi e delle cure innovative, per la prevenzione primaria e secondaria di patologie socialmente rilevanti, e per lo sviluppo del settore della ricerca biomedica e della biotecnologia. Puntando su progetti competitivi anche a livello internazionale, molti centri di ricerca sono così entrati a far parte di reti di eccellenza a livello europeo. A queste tipologie di interventi più innovativi si affiancano poi le numerose e tradizionali sovvenzioni finalizzate all’acquisto di strumentazioni cliniche e di nuove attrezzature di elevato impatto diagnostico e terapeutico. Le Fondazioni sono particolarmente attente anche alle condizioni di vita della popolazione anziana. Molte iniziative in tale contesto sono rivolte alla prevenzione e cura delle principali patologie e dei fattori di rischio che possono indurre la perdita di autonomia e la progressiva disabilità. Si aggiungono, infine, interventi di solidarietà connessi all’assistenza e al reinserimento dei soggetti affetti da disabilità, come attività di riabilitazione, creazione di centri di lavoro, ampliamento della dotazione di strutture e dotazione di mezzi per il servizio di trasporto fornito a disabili o a soggetti con difficoltà motorie. Gli interventi in questo comparto richiamano strettamente quelli inquadrati nel settore Assistenza sociale, integrandosi con essi al punto da rendere talora difficile la demarcazione di un preciso confine allo scopo di una classificazione. L’incremento dei volumi di erogazione al settore Salute è quasi interamente riferibile al comparto dei Servizi ospedalieri, che nel 2013 si rafforza ulteriormente (+41%) con 41,4 milioni di euro, pari al 60,6% del totale di settore (era il 53,7% nel 2012). La maggior parte dei contributi relativi al comparto è destinata a Ospedali e Case di cura generali, cui vanno 27,8 milioni. Gli Istituti, cliniche e policlinici universitari seguono a distanza, ottenendo 9,8 milioni di euro. La concentrazione delle erogazioni nei servizi ospedalieri incide sugli Altri servizi sanitari, che passano da 15,3 milioni di euro a 12,6. Il comparto mantiene comunque una notevole vivacità con un numero elevato di iniziative (si contano 631 progetti, pari al 56% dell’intero settore) e un’ampia e qualificata varietà di proposte, tra cui progetti per la personalizzazione dell’assistenza al paziente e l’applicazione della medicina “robotica”, iniziative di formazione per la “mobilità professionale”, servizi di telemedicina, trattamenti medici mini-invasivi, corsi specialistici per il personale medico, servizi di ambulanza, sostegno a centri di prevenzione medica, banche del sangue, attività paramediche rivolte in prevalenza a malati oncologici e a pazienti emopatici, ecc. L’ambito delle Patologie e disturbi psichici e mentali, ovviamente destinato a essere in coda alla distribuzione intra-settoriale (1,7% è l’incidenza sul settore) per la sua connotazione molto specifica rispetto al profilo generale degli altri due comparti, beneficia del positivo trend generale, superando nel 2013 la soglia del milione di euro di erogazioni ricevute (nel 2012 erano state 0,4 milioni).
da “Fondazioni” settembre-ottobre 2014
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