L’Italia e l’Europa intera alla fine della Prima Guerra mondiale contarono un immenso numero di morti. Così la regione della Capitanata in Puglia, dove nei piccoli paesi il numero dei caduti a volte rischiava di soverchiare quello di chi era rimasto. Il dolore non ha bisogno di segni esteriori per scavare il cuore, ma la testimonianza della memoria può contribuire a lenire le ferite. Così alla fine del 1918 in tanti luoghi, al di là delle molte polemiche sull’opportunità e sull’uso strumentale che ne fu fatto in seguito, cominciò a manifestarsi il desiderio di ricordare chi era partito e dalla Grande Guerra non era tornato. “La Memoria degli uomini nel bronzo e nella pietra. Monumenti e lapidi ai Caduti nei comuni della Capitanata” di Gianfranco Piemontese è una ricerca sul campo dei monumenti a loro dedicati, testimonianza, fra l’altro, degli albori di una produzione artistica civile là dove c’erano quasi esclusivamente opere di arte religiosa. L’iniziativa è stata sostenuta dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia nell’ambito del Progetto Memoria, promosso nel centenario della Prima Guerra Mondiale e iniziato già dal 2010. Esso prevede innanzitutto la sensibilizzazione degli allievi delle scuole primarie, sollecitati a riscoprire e a riflettere su quel periodo della nostra storia attingendo non solo a quanto conservato negli archivi e nei musei, ma anche a tutto ciò che mantiene tracce di quella memoria nelle proprie famiglie, come lettere, fotografie, diari, cartoline magari lasciate in qualche cassetto. «Un progetto didattico – afferma il presidente della Fondazione, Saverio Russo – varato nella consapevolezza che la conoscenza storica aiuta a trasmettere la memoria, a vivere il presente con gli occhi aperti su quanto accade, con la volontà di capire e sostenere il proprio ruolo nella società con determinazione e capacità di giudizio».