Nel 2010, con il “Bando per la valorizzazione e l’autosostenibilità dei beni confiscati alle mafie”, la Fondazione con il Sud ha affrontato una tematica cruciale per il Mezzogiorno: l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità come occasione di sviluppo sociale ed economico del territorio e come opportunità per favorire l’integrazione della popolazione immigrata. I risultati dell’iniziativa sono stati presentati lo scorso ottobre, in Viminale, al Ministro dell’Interno. Sono 9 i progetti “esemplari” finanziati, con un’erogazione complessiva di 3,5 milioni di euro, su numerosi beni confiscati in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, dando un segno tangibile della mobilitazione della società civile nella lotta alle mafie per il rispetto della legalità al Sud. Grazie al bando – rivolto alle organizzazioni del volontariato e del terzo settore assegnatarie di beni immobili confiscati e localizzati nelle province in cui l’infiltrazione mafiosa è più forte – appartamenti, ville e terreni confiscati a mafia, camorra e ‘ndrangheta saranno restituiti alla collettività. Le attività previste dai progetti comprendono campi di volontariato e colonie estive per giovani e bambini, la realizzazione di una casa di accoglienza per donne vittime di violenza, luoghi di assistenza per ragazzi, donne e immigrati, centri polifunzionali per disabili, un ostello e un ristorante sociale. Anche in questo caso, la Fondazione ha registrato l’interesse di un altro ente di erogazione, l’Unicredit Foundation, che ha stanziato un ulteriore contributo di 1 milione di euro per finanziare altri progetti presentati nell’ambito del bando. L’iniziativa rientra nella più ampia linea d’intervento per la cura dei “beni comuni”, da tutelare e salvaguardare nelle diverse forme. Nel 2008 in tale ambito sono state finanziate 10 iniziative “esemplari” per la salvaguardia dei parchi meridionali contro il rischio incendi, con risultati particolarmente significativi, e 11 progetti per la tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale. Un esempio emblematico di quest’ultima tipologia di intervento è l’apertura e la valorizzazione delle suggestive Catacombe di San Gennaro alla Sanità di Napoli che, nell’arco di due anni, si sono velocemente attestate come forte attrattore culturale della città (oltre 25 mila biglietti venduti), offrendo concrete opportunità professionali e di riscatto a ragazzi e diverse giovani cooperative del quartiere nate attorno all’iniziativa. Attualmente è in corso l’invito “Sviluppo locale 2010” (scaduto il 25 febbraio) con cui la Fondazione sollecita il terzo settore e il volontariato di aree svantaggiate del Mezzogiorno, con particolare riferimento agli aspetti legati alla criminalità, a esprimere idee e proposte d’intervento per uno sviluppo locale “pluridimensionale”, che integri la dimensione economica con quella sociale (la salute, l’istruzione, i rapporti interpersonali e l’ambiente). Su questa linea la Fondazione ha precedentemente finanziato 11 progetti di sviluppo locale, nei quartieri Librino e San Cristoforo a Catania, Scampia a Napoli, ex Zen a Palermo, San Paolo a Bari e nelle aree provinciali di Foggia, Agrigento, Oristano, Potenza, Reggio Calabria.