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Onore a Ciampi, esempio per tutti

Il legame di Carlo Azeglio Ciampi con l’Abruzzo risale agli anni della seconda guerra mondiale. Subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Ciampi si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale e si rifugiò a Scanno, paese nei pressi di Sulmona (Aq). Da qui nel marzo del ’44 insieme ad altri partigiani si avviò a piedi per un impervio sentiero montano, lungo il massiccio della Maiella, per raggiungere le zone liberate. Per questo è stata Sulmona, su iniziativa della Fondazione Carispaq, a ospitare lo scorso 26 settembre una giornata di studi sul Presidente Emerito. Le diverse fasi della sua carriera in Banca d’Italia, alla Presidenza del Consiglio e al Quirinale sono state ricordate da personalità che hanno avuto l’onore di lavorare a stretto contatto con lui: Giuseppe Tesauro, presidente della Corte Costituzionale (fino al 9 settembre 2014), Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, Giuliano Amato, Walter Veltroni e Paolo Peluffo, che del Presidente fu portavoce. Gli interventi hanno ripercorso i momenti di una vita che si è intrecciata profondamente con le fasi cruciali della storia del Paese e dell’Europa: su tutte l’ingresso dell’Italia nella Moneta unica europea. Nel raccontare la loro esperienza di lavoro con il Presidente, tutti hanno sottolineato l’alto senso dello stato e della cittadinanza, il rispetto dei valori e delle regole che ne hanno sempre guidato l’impegno e la vita. «Ciampi in Banca d’Italia è stato un esempio per tutti noi: era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene – ha detto Visco –. Le sue relazioni annuali erano sempre puntuali e servivano ad indicarci il lavoro, perché erano basate sul diario che teneva ogni giorno sulle cose da fare».   

da “Fondazioni” novembre-dicembre 2014