Nel 2015 la Fondazione Carispezia ha inaugurato un percorso dedicato alla fotografia contemporanea quale utile strumento per comprendere contraddizioni e complessità della società e della cultura contemporanee con una personale, la prima in Italia, del fotografo armeno-siriano Hrair Sarkissian. Con la mostra “Seven Japanese Rooms. Fotografia contemporanea dal Giappone”, allestita fino al 5 marzo presso la propria sede a La Spezia, la Fondazione prosegue in quest’esplorazione e presenta le opere di Tomoko Kikuchi, Toshiya Murakoshi, Koji Onaka, Chino Otsuka, Lieko Shiga, Risaku Suzuki, e Chikako Yamashiro: sette tra gli artisti più rappresentativi del panorama giapponese, oggi più che mai eterogeneo per metodi espressivi, tematiche e media utilizzati. La ricerca di questi fotografi è caratterizzata da approcci differenti, ma accomunata dalla vicinanza a temi strettamente legati alla realtà, dove l’esperienza diretta – intesa come coinvolgimento dell’artista nel vissuto quotidiano – rappresenta l’elemento fondante e comune a opere fra loro molto diverse.
Come sottolinea il curatore della mostra Filippo Maggia nell’introduzione al catalogo, «Osservata dall’esterno, la scena contemporanea giapponese appare nella sua complessità ricca, assai variegata, finanche seducente. La stessa impossibilità di definire una o più tendenze assume immediata valenza positiva, tali e tanti sono i campi d’indagine, tutti affrontati con pari intensità e quella originalità di cui molte volte difetta la fotografia occidentale. È questa un’altra peculiarità che rende unico il palcoscenico nipponico delle immagini: capace di distaccarsi dall’ingombrante eredità dei maestri facendo proprie istanze che nascono dai cambiamenti in atto nella società contemporanea, tradotte in opere nitide, a volte anche formalmente classiche eppure graffianti, crude, essenziali».