Con il 2016 si è aperto il terzo anno di attività del progetto Fondazioni for Africa Burkina Faso, promosso da 28 Fondazioni di origine bancaria associate all’Acri per garantire la sicurezza alimentare e il diritto al cibo a 60mila persone in uno dei paesi più poveri al mondo, al 183° posto su 187 secondo i dati 2015 del Rapporto Nazioni Unite sull’Indice di Sviluppo Umano. Il problema più grave è senz’altro la difficoltà per la popolazione di accedere a una nutrizione adeguata: difficoltà che è destinata ad aumentare se non si interviene.
«Oggi la lotta alla fame passa attraverso un cambiamento di passo, che è prima di tutto culturale – dice Ilaria Caramia, membro del Comitato di Indirizzo Strategico del progetto –. Significa fare sistema. Aggregare risorse e competenze. Programmare interventi efficaci. Promuovere buone pratiche e innovazione. Significa, insomma, lavorare insieme per un unico obiettivo: agire un cambiamento positivo e duraturo».
In Burkina Faso la scarsa disponibilità di sementi migliorate e di altri mezzi tecnici, l’esiguo accesso al credito da parte delle famiglie delle aree rurali, la perdita di fertilità e l’inaridimento dei suoli, insieme alla disorganizzazione delle filiere agricole, alla debolezza delle organizzazioni di produttori e alla insufficiente connessione al mercato, sono le cause di un’alimentazione insufficiente e qualitativamente inadeguata. L’iniziativa delle Fondazioni intende contribuire a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali, nella più ampia strategia nazionale di lotta alla povertà.
Dotato di un budget di 4,57 milioni di euro, il progetto mobilita ulteriori risorse grazie al cosiddetto matching fund, ovvero l’attivazione di partenariati con enti pubblici che pongano in essere iniziative sinergiche agli obiettivi del progetto stesso: iniziative al cui finanziamento Fondazioni for Africa Burkina Faso partecipa raddoppiando le risorse economiche messe in campo dall’ente. È il caso della collaborazione con la Regione Veneto su un programma di sviluppo agricolo ecosostenibile a favore delle comunità rurali in Burkina Faso; oppure con la Regione Piemonte, che ha lanciato il bando “Partenariati territoriali per un futuro sostenibile” a favore di quei territori; ma anche con la Provincia Autonoma di Bolzano per un progetto dedicato all’approvvigionamento idrico e all’orticoltura delle aree a Sud- Ovest e del Sahel.
Aggregare risorse e competenze per raggiungere l’obiettivo è, infatti, il fulcro della strategia adottata da Fondazioni for Africa. In quest’ottica sono coinvolte nel progetto per il Burkina Faso anche organizzazioni di persone burkinabè presenti in Italia e associazioni che a favore del Burkina Faso operano e si impegnano. L’esperienza di questi anni di attività, che ha valorizzato il ruolo delle associazioni della diaspora nell’ambito di interventi transnazionali e di cosviluppo, sta mostrando quanto esso possa essere importante sia per costruire uno sviluppo sostenibile e duraturo nel paese d’origine dei migranti, sia per favorire la loro inclusione in Italia.
Fondazioni for Africa Burkina Faso ha tracciato finora un articolato percorso di confronto e di collaborazione con 27 associazioni burkinabè distribuite su tutto il nostro territorio nazionale e con loro sta realizzando diverse iniziative. Fra quelle già compiute si possono ricordare: “Agrafica2”, un corso di agricoltura biologica, teorico e pratico, realizzato dall’associazione burkinabè Abreer a Reggio Emilia, per offrire ai migranti un’occasione di inserimento lavorativo in Italia, ma anche le competenze per tornare nel proprio paese d’origine con un progetto professionale; “Bioxtutti”, promossa da Watinoma (associazione italo-burkinabé di Villasanta, in provincia di Monza e Brianza, il cui nome, in morè, la lingua più diffusa in Burkina Faso, significa accoglienza) nel villaggio di Koubri, che coinvolge tutta la comunità locale nella coltivazione, trasformazione e vendita di prodotti, seguendo i metodi di agricoltura biologica, e nella creazione di una mensa scolastica buona, sana e giusta; infine, il programma intitolato “Una Terra Tante Persone”, fatto di eventi che si sono svolti in molte parti d’Italia tra settembre e ottobre 2015, ideati dalle associazioni burkinabè come occasione di scoperta e di conoscenza reciproca.
Lo sforzo dell’iniziativa realizzata dalle Fondazioni di origine bancaria è di intrecciare significative collaborazioni con tutti quegli attori, privati e pubblici che, in Italia e in Burkina Faso, operano nell’ambito della cooperazione allo sviluppo.
«La sfida – afferma Ilaria Caramia – è operare in termini di Sistema Italia, stabilendo tavoli di confronto, analisi e coordinamento continui, in modo da capitalizzare e rafforzare la capacità del nostro Paese di supportare percorsi sostenibili nel paese di intervento».
Oltre alla Commissione per la Cooperazione Internazionale dell’Acri, che coordina l’iniziativa in rappresentanza delle Fondazioni, al progetto collaborano le Ong Lvia, Cisv, Acra, Mani Tese, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità e il CeSPI-Centro Studi di Politica Internazionale. Gli assi portanti del progetto Burkina Faso sono, però, in Africa e si basano sul miglioramento dell’agricoltura e della sicurezza alimentare, il sostegno allo sviluppo endogeno inclusivo e sostenibile, l’autonomizzazione femminile, individuando quali strumenti trasversali di intervento la microfinanza e la microimprenditoria.
Il programma, che coinvolge 7 regioni del Burkina Faso (Haut Bassin, Sud Ovest, Centre, Centre-est, Centro-Ovest, Plateau Central e Est), in particolare punta a: migliorare la produttività e la qualità dei prodotti di 5 filiere agricole (riso, sorgo, niébé, soia e specie orticole) e 2 filiere forestali (miele, foglie e frutti alimentari); implementare 5 sistemi di microfinanza agricola adeguati e specifici, per assicurare lo start-up e la sostenibilità delle produzioni; strutturare le organizzazioni contadine locali a livello di filiera (finora ne sono state coinvolte 350) affinché siano più rappresentative e le loro capacità organizzative e gestionali ne risultino rafforzate; incrementare la vendita dei prodotti agricoli e dei loro derivati sul mercato locale; favorire l’acceso diffuso all’educazione alimentare e ai sistemi di governance del cibo.
Risultati importanti si stanno ottenendo con i produttori di riso delle regioni del Plateau Central e di Haut Bassin et Sud Ouest, il cui obiettivo è di aumentare la produzione del 25% e di accrescerne la commercializzazione sui mercati locali. Inoltre Fondazioni for Africa ha messo a disposizione delle 180 donne che gestiscono il Centro di Trasformazione del riso étuvé di Mogtedo sia validi corsi di formazione sia attrezzature adeguate sia un fondo di rotazione per agevolare l’accesso al credito.
Riguardo alla filiera della soia – un alimento dalle importanti proprietà nutrizionali, che costituisce anche una buona fonte di reddito con i suoi derivati, olio, farina, yogurt, succhi di frutta – sono già 178,5 gli ettari di terra che si stanno coltivando e 4.260 i kg di sementi certificate messe a disposizione di 357 produttori della regione del Plateau Central. 355 produttori, inoltre, sono stati formati sulle tecniche di coltivazione e la corretta gestione dei terreni. Infine, con 50 donne dei villaggi di Donsin e Zorgho Fondazioni for Africa sta sperimentando, attraverso corsi di formazione e laboratori pratici, la preparazione di cibi e piatti derivati dalla soia, da immettere sul mercato. Nella regione Plateau Central, insieme a 600 produttori e produttrici Fondazioni for Africa Burkina Faso lavora per la creazione e la diffusione di orti per il consumo famigliare e per la vendita sui mercati.
Sono già stati messi a coltura 60 ettari di terreno e organizzati, per 234 persone, moduli formativi sulle tecniche di compostaggio e sull’agroecologia. A 37 donne del villaggio di Loumbila è stata affidata la cura degli orti nei mesi in cui i campi coltivati a cerali sono a riposo e la gestione di un sistema di irrigazione con 3 motopompe messe a disposizione dal progetto. Con i produttori locali di miele in questi anni Fondazioni for Africa ha avviato un percorso di formazione con workshop, teorici e pratici, sulle tecniche di produzione, la commercializzazione e il marketing.
Tra gli importanti risultati conseguiti c’è la fornitura di un kit apicolo composto da attrezzature moderne a 70 apicoltori di Diapaga; ciò è stato possibile grazie all’accordo firmato con la Bank of Africa che ha dato il via alla prima operazione di credito a medio termine di questo tipo in Burkina Faso.
Sul fronte del microcredito significativi risultati sta dando il warrantage, che consente ai produttori di stoccare una parte del raccolto durante la stagione secca e, grazie agli accordi con gli istituti di microfinanza locale, di ottenere il credito necessario alle spese e all’investimento in attività generatrici. Sono già 7 i comitati di gestione formati e 10 i magazzini per lo stoccaggio costruiti nelle aree coinvolte dall’intervento.