Il terzo episodio di “Dialoghi sull’uguaglianza” ha visto come protagonisti del dibattito Stefano Allievi, professore di Sociologia dell’Università degli Studi di Padova, e Angelo Moretti, presidente della Rete di Economia Civile “Sale della Terra” e referente della Rete dei “Piccoli Comuni Welcome”, moderati da Giorgio Righetti, direttore generale di Acri.
Il dialogo rappresenta un’ulteriore tappa del percorso di riflessione partecipato verso il XXV Congresso Nazionale di Acri, che avrà come nucleo tematico l’uguaglianza, il contrasto alle disuguaglianze e le pratiche per costruire una società più giusta. «Noi possiamo osservare il progressivo raggiungimento dell’uguaglianza in termine di diritti ma la pratica degli stessi diritti è molto più zoppicante, accidentata e problematica», ha affermato il Professor Stefano Allievi.
«Noi, in generale, viviamo di emergenza anche da prima della pandemia. Se non tocchiamo i problemi strutturali di questo paese, non usciremo mai da questa condizione di emergenza», ha dichiarato il professore nel corso del dialogo «Tra questi problemi strutturali ci sono tre G che già indicano problemi già esistenti ma che con la pandemia sono state terribilmente accentuate. C’è stata una rottura completa tra garantiti e non garantiti in questo paese che ha conseguenze devastanti. Nella differenza di genere si è fatto un enorme passo indietro, con la chiusura delle scuole, l’obbligo di stare in casa. Infine la questione generazionale, con i giovani che erano già precari e dopo questa crisi rischiano di esserlo ancora di più».
Angelo Moretti, che con la Rete di Economia Civile Sale della Terra e la rete “Piccoli comuni welfare” lavora per contrastare le disuguaglianze e garantire diritti ed opportunità ad abitanti delle aree interne e migranti, ha testimoniato: «Il welfare, come il sale, funziona quando non si vede, quando non è né troppo né troppo poco. In passato abbiamo abbiamo speso anche 5 milioni al giorno per l’immigrazione senza nessun impatto sociale, questo lo dobbiamo dire. Persino un immigrato di seconda o terza generazione guardavano con rabbia a queste misure che non avevano l’obiettivo di creare opportunità. Accoglienza e integrazione non possono essere scollegate, questo è quello che propone Il Sale della Terra, non si può fare prima uno e poi l’altro. Il nostro è ancora un sistema separatista, si separa il disagio, gli anziani nelle RSA, i bambini in difficoltà nelle case-famiglia, da “Stato sociale” siamo passati “Stato dell’incolumità individuale” come diceva Bauman. Questo paradigma va necessariamente invertito».
Spunti che contribuiscono a esplorare un tema estremamente attuale, soprattutto in questa fase emergenza sanitaria, durante la quale è fondamentale mettere in campo uno sforzo corale di ripensamento collettivo, per immaginare uno sviluppo sostenibile e inclusivo, che coinvolga i diversi campi dal welfare all’immigrazione, dalla cultura alla rigenerazione urbana.