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Povertà relazionale: Bergamo costruisce reti contro l’isolamento degli anziani | Marcella Messina

Testimonianza di Marcella Messina
per Fondazioni settembre 2025

Marcella Messina è assessora del Comune di Bergamo con deleghe a Politiche sociali, Longevità, Salute e Sport dal giugno 2024. Attiva da anni nell’mabito sociale, promuove in welfare inclusivo e innovativo, attenti ai bisogni delle persone e radicato nel territorio.

Il Comune di Bergamo sta affrontando in modo proattivo la solitudine cronica e la povertà relazionale che colpiscono in modo particolare la popolazione anziana. Questo problema, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come un moltiplicatore di fragilità, si manifesta con una progressiva rarefazione delle reti sociali e familiari e riduce l’autonomia, aggravando le condizioni di salute e il rischio di esclusione. Con il 25% della popolazione over 65 e un indice di vecchiaia in costante crescita, Bergamo ha inserito il tema della longevità attiva come un asse trasversale del suo Piano Sociale di Zona, che coinvolge le dinamiche della cura, dell’abitare, della partecipazione e della prevenzione. L’amministrazione comunale ha scelto di superare il modello assistenzialistico, che si rivolge prevalentemente agli anziani non autosufficienti, per adottare un approccio abilitante. La strategia si concentra sulla maggioranza degli over 65 che, pur godendo di autonomia, sono esposti a fragilità latenti. L’obiettivo è prevenire l’isolamento sociale e le sue conseguenze, agendo prima che il bisogno diventi un’emergenza. Per questo, il Comune ha introdotto il concetto di “povertà relazionale” nei criteri di accesso ai servizi, riconoscendo che la fragilità non è solo economica o sanitaria, ma è anche legata alla qualità e alla quantità delle relazioni significative. Grazie a questa scelta, nella compartecipazione alla spesa per i servizi di domiciliarità, sono stati previsti correttivi che tengono conto della solitudine come un fattore di rischio, affermando così il “diritto alla relazione” come un nuovo diritto di cittadinanza. Il Comune di Bergamo ha avviato diverse iniziative per combattere la solitudine e promuovere la partecipazione.

“Bisogna prevenire l’isolamento sociale e le sue conseguenze, agendo prima che il bisogno diventi un’emergenza e riconoscendo che la fragilità non è solo economica o sanitaria, ma è anche legata alla qualità e alla quantità delle relazioni significative”

I tradizionali Centri per la Terza Età sono stati trasformati in Centri per Tutte le Età (CTE), che non sono più spazi esclusivi per anziani, ma veri e propri hub di welfare territoriale che favoriscono l’integrazione intergenerazionale e interculturale. La gestione di questi centri, che coprono l’intero territorio comunale, è affidata a direttivi composti da persone over 65, le quali intercettano i bisogni e costruiscono risposte su misura. Accanto ai CTE, è stata potenziata la figura del custode sociale, un operatore di prossimità presente in tutti i quartieri che offre supporto nella gestione delle pratiche e, soprattutto, costruisce relazioni e attiva percorsi di inclusione. La tecnologia viene impiegata come un alleato per rafforzare le relazioni. È stato attivato un servizio di telecare, un contact center che mantiene un contatto costante con gli anziani a rischio di isolamento, offrendo un’assistenza leggera e rassicurante. L’App “Argento Vivo” fornisce in tempo reale informazioni sulle attività sociali, culturali e ricreative della città, incoraggiando la partecipazione degli anziani digitalmente attivi e supportando gli operatori sociali e i familiari. A ciò si aggiungono corsi di alfabetizzazione digitale per ridurre il divario tecnologico e rendere la cittadinanza digitale più inclusiva. Anche la domotica è in fase di sperimentazione per monitorare la sicurezza domestica, prevenire incidenti e prolungare la permanenza degli anziani nelle proprie case in modo sicuro e indipendente. Inoltre, l’alimentazione e il benessere psicofisico sono visti come veicoli di inclusione. I pasti comunitari nei CTE e i “Gruppi Benessere” per attività motorie e cognitive promuovono la salute e rafforzano i legami comunitari, contrastando efficacemente la solitudine. Il progetto ha già ottenuto risultati concreti, come l’alta partecipazione ai centri estivi per anziani, il progetto di cohousing e le oltre 15.000 presenze annuali nei CTE.

Dalla rivista Fondazioni luglio-settembre 2025