Testimonianza di Enrico Bellazecca e Valentina Tosi
per Fondazioni settembre 2024
Enrico Bellazzecca è ricercatore di Tiresia, il Centro di ricerca della School of management del Politecnico di Milano sull’innovazione sociale e la finanza a impatto. Valentina Tosi è responsabile dell’Area misurazione di impatto di Triadi, spin-off del Politecnico di Milano, nata dalla collaborazione tra accademici e professionisti con esperienza di lungo corso nell’ambito dell’impact economy.
L’impatto – inteso come l’insieme degli effetti e cambiamenti di tipo sociale, ambientale ed economico che si manifestano all’interno di una comunità nel lungo periodo, grazie all’azione di un’organizzazione – è sempre più al centro del dibattito pubblico. Oggi le organizzazioni progettano i loro interventi con obiettivi sempre più ambiziosi, volti a trovare soluzioni addizionali alle sfide sociali e ambientali nelle comunità in cui operano. Inoltre, attori finanziari e filantropici stanno orientando i loro investimenti verso iniziative che promettono di proteggere i gruppi più vulnerabili e combattere le disuguaglianze. Tuttavia, il dialogo tra queste due prospettive – quella delle organizzazioni impegnate sul campo e quella dei finanziatori – è complesso: è fondamentale fornire evidenze concrete del fatto che le risorse investite abbiano effettivamente prodotto un impatto positivo sulla società.
Di conseguenza, la misurazione di impatto diventa una pratica molto importante, per tre ragioni fondamentali. La prima è che la volontà di misurarsi contribuisce ad innovare, migliorando la qualità della progettazione strategica e operativa attraverso l’esplicitazione di obiettivi di impatto chiari. La seconda è che la misurazione di impatto può regolare e gestire, in modo più efficace, la relazione tra chi eroga e chi riceve risorse finanziarie per realizzare gli interventi, rappresentando uno strumento decisivo per strategie di investimento più informate e consapevoli. La terza ragione riguarda il potere comunicativo della misurazione di impatto. Infatti, è fondamentale non accontentarsi di “essere sociali” ma raccontare il valore che si genera attraverso le proprie attività, non per autocelebrarsi ma perché anche nel racconto di ciò che si fa c’è una forza trasformativa. Il fatto stesso di esistere e di raccontare la propria storia può generare opportunità di crescita potenzialmente enormi, sia in termini di volumi di attività sia soprattutto in termini di scala dell’impatto sociale.
Tutto questo diventa ancora più rilevante alla luce di un contesto, quello odierno, in cui l’accesso ai finanziamenti pubblici si fa sempre più ristretto. Un esempio concreto sono i recenti tagli dei fondi PNRR al Terzo Settore, soprattutto in ambiti cruciali per la lotta alle grandi sfide sociali, tra cui quello dell’accesso alla sanità per la tutela della salute.
“L’accesso alla terapia psicologica gratuita ha migliorato la qualità della vita e la partecipazione sociale e lavorativa delle persone, con molti beneficiari che hanno ripreso gli studi o il lavoro dopo l’accesso al programma e a mesi di distanza dalla fine dello stesso”
Negli ultimi trent’anni, il Servizio Sanitario Nazionale ha affrontato bisogni crescenti in un contesto di progressivi tagli ai fondi pubblici per la sanità. Oltre a generare inefficienze, ciò rischia di escludere dalle cure milioni di cittadini che non possono permettersi assicurazioni o servizi privati, aumentando così le disuguaglianze sociali.
Uno dei bisogni sanitari più insoddisfatti in Italia è il supporto alla salute mentale. La spesa per la salute mentale nel nostro Paese si attesta intorno al 3,4% del Fondo Sanitario Nazionale, mentre i principali paesi ad altro reddito ne dedicano più del 10%. Nei prossimi due anni potrebbero essere necessari almeno 1,9 miliardi di euro aggiuntivi, oltre ai 4 miliardi già programmati nel 2023. Una stima probabilmente al di sotto delle reali necessità, visto che si prevede un aumento della popolazione bisognosa di assistenza tra il 15% e il 23%.
In questa cornice si colloca il progetto “Vivere Meglio” dell’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi, un esempio di sperimentazione che integra la misurazione di impatto nella pianificazione strategica e progettazione degli interventi per la prevenzione e promozione della salute mentale. “Vivere Meglio” offre un percorso di terapia psicologica gratuita guidato da protocolli che si fondano sulle più recenti conoscenze scientifiche. Si rivolge a persone che soffrono di ansia o depressione e che rischiano pertanto di ridurre la propria partecipazione alla vita sociale e lavorativa. Nel caso di “Vivere Meglio”, la misurazione di impatto è stata centrale per dimostrare che, oltre al miglioramento della salute mentale dei beneficiari, interventi di questo tipo hanno il potenziale di generare cambiamenti positivi anche in altre dimensioni della vita sociale.
Lo studio condotto da Triadi, spin-off del Politecnico di Milano, nato dalla competenza scientifica del centro di ricerca Tiresia, ha confermato che l’accesso alla terapia psicologica gratuita ha migliorato la qualità della vita e la partecipazione sociale e lavorativa delle persone, con molti beneficiari che hanno ripreso gli studi o il lavoro dopo l’accesso al programma e a mesi di distanza dalla fine dello stesso. Inoltre, l’investimento nell’offrire psicoterapia gratuita si è dimostrato economicamente sostenibile. Lo studio ha evidenziato come questo progetto rappresenti un investimento prezioso, con potenziali risparmi futuri per il sistema pubblico legati a una migliore qualità della vita delle persone e, dunque, una minore necessità di consumo delle risorse sanitarie pubbliche. Quasi 10mila persone, principalmente giovani (il 66% tra i 16 e i 34 anni) e di sesso femminile (quasi il 76%), hanno avuto accesso al percorso, e il 95% di coloro che lo hanno completato ha dichiarato che intraprenderebbe nuovamente un percorso terapeutico, rispetto al 46% che non avrebbe preso in considerazione tale possibilità prima di partecipare a “Vivere Meglio”. Questi risultati dimostrano come la misurazione dell’impatto non solo validi l’efficacia delle iniziative esistenti, ma fornisca anche indicazioni preziose per modellare strategie più efficaci, scalabili e sostenibili nel lungo termine, soprattutto in ambiti come quello della salute pubblica. L’importanza della misurazione di impatto risiede quindi nella sua capacità di fornire dati concreti e affidabili per orientare l’evoluzione delle politiche di crescita e sviluppo e guidare il finanziamento di servizi sempre più a impatto per il futuro delle comunità.
Dalla rivista Fondazioni luglio – settembre 2024