Testimonianza di Rosita Deluigi
per Fondazioni giugno 2024
Rosita Deluigi sviluppa ricerche accademiche focalizzandosi sui contesti interculturali, sui processi d’invecchiamento e intergenerazionali, sulla progettazione partecipata e sulla partecipazione sociale. È autrice di numerosi saggi, articoli e volumi e membro di progetti di ricerca interdisciplinari nazionali e internazionali.
Il dialogo intergenerazionale è un elemento trasversale a tutti i contesti di vita, di lavoro e di formazione in cui siamo immersi. La sola compresenza di diverse generazioni, però, non garantisce la reciprocità volta allo scambio e all’apprendimento, orientato alla produzione di saperi collettivi, vera forza dell’intergenerazionalità. È utile, dunque, ricercare piste d’interazione, in cui le esperienze e le competenze di tutti i soggetti trovino spazio di parola e di progettualità. Conoscersi e conoscere le biografie, le appartenenze, i punti di riferimento e gli aspetti di familiarità, che contraddistinguono le diverse generazioni, non è un invito a chiudersi in margini di immutabile autoreferenzialità. Piuttosto, è un’opportunità di scoperta, in cui si comprendono meglio identità dinamiche, capaci di superare creativamente i confini di classificazioni statiche, tra diversamente giovani e grandi anziani, tra eterni adolescenti e generazione Alpha. Questo è ancor più vero in una società complessa, composta da innumerevoli comunità eterogenee in cui le accelerazioni delle transizioni globali e locali consentono raramente di incontrarsi autenticamente, di soffermarsi sulla scoperta di sé e degli altri, di rallentare su dinamiche di sostenibilità sociale. La possibilità di decostruire stereotipi e rappresentazioni generiche tra giovani e anziani deriva invece dall’occasione di sperimentarsi insieme nell’esperienza, avvicinandosi in percorsi di apprendimento condivisi, scardinando l’asimmetria lineare tra chi insegna e chi impara, tra chi ascolta e chi parla, tra chi sa e chi non sa. L’invito è di abitare il tempo della contemporaneità valorizzando le progettualità individuali e collettive che caratterizzano scelte corresponsabili impattanti sulla qualità della vita di tutti e di tutte. I paradigmi del welfare relazionale, dell’empowerment e del benessere comunitario aprono lo sguardo verso reti sociali attente ad accogliere i bisogni e a rilanciare le risorse. In tal senso, ci si può orientare, innanzitutto, verso un agire sociale in grado di promuovere approcci trasversali e inclusivi. Supportare il dialogo intergenerazionale può aprire vie efficaci di equità e di compartecipazione. A tal riguardo, il contrasto di situazioni di isolamento e di solitudine di molte persone anziane richiede di praticare un approccio all’aver cura che comprenda la persona e il contesto nella sua integralità, rilanciando l’importanza di costruire legami di prossimità.
“Supportare il dialogo intergenerazionale può aprire vie efficaci di equità e di compartecipazione”
È inoltre essenziale creare occasioni di aggregazione che diano nuova forma agli spazi pubblici, vitalizzando luoghi di socialità che rinsaldino la tenuta comunitaria, supportando il dialogo tra lingue, culture, linguaggi e alterità. L’alleanza intergenerazionale deve essere caratterizzata da logiche di cooperazione, anziché di competizione e di delega, optando per uno spostamento dall’io autosufficiente ad un noi dialogico. Ciò è valido sia nei legami familiari, alimentati di tacite solidarietà, talvolta invisibili e in sofferenza, sia in prospettiva formativoprofessionale, dove il mandato sui saperi e sulle competenze richiede processi di continuità trasformativa. Muoversi su tali crinali richiede attenzione all’altro, supporto reciproco e vero interesse per le dinamiche partecipative, consapevoli che una rivoluzione culturale e sociale, pur necessitando di tempo disteso, si fonda su azioni permanenti e transiti che generano narrazioni divergenti.
Dalla rivista Fondazioni giugno 2024