Contributo dei ricercatori Filippo Candela e Renato Roda di Fondazione Compagnia di San Paolo per Fondazioni
Introduzione
Nel suo noto testo “Cannibali e Re” (1977), l’antropologo statunitense Marvin Harris descriveva come alcuni grandi imperi del passato, tra cui le civiltà nilotiche, mesopotamiche e cinesi avessero acquisito in momenti diversi un livello che oggi definiremmo di “superpotenze” grazie allo sviluppo di una capacità di raccolta, controllo e gestione della loro risorsa principale, l’acqua dei grandi fiumi indispensabile per la loro economica agricola. I flussi venivano catturati, riorganizzati e convogliati attraverso avanzati sistemi di canalizzazione verso dove risultassero al momento maggiormente necessari, seguendo le indicazioni di specifici professionisti. In epoca contemporanea una risorsa fondamentale per organizzazioni ed aziende dell’era digitale, i dati, assume dinamiche analogamente fluide e “liquide”. I frammenti anche minimi di informazione vanno individuati, fatti confluire in differenti strutture di raccolta per poi essere nuovamente separati e indirizzati laddove ce ne sia necessità. Quella che oggi chiamiamo gestione della strategia dei dati altro non è che l’arte di governare questi flussi di dati a vantaggio dell’istituzione che ne ha preso possesso. Chi ha la responsabilità di gestire le strategie informative di un ente ha il controllo – di fatto – sulle politiche, sui processi e sull’efficacia dei percorsi dei dati. Allo stesso modo è suo compito garantire la qualità, la sicurezza e le declinazioni necessarie di conformità delle informazioni spesso raccolte in uno stato grezzo. L’importanza che questa funzione sta acquisendo negli ultimi anni è sempre più significativa, man mano che un numero sempre maggiore di organizzazioni vergono verso una identità “data-driven”.
La Data Strategy
In termini più specifici potremmo definire “Data Strategy” un piano strategico strutturato che un’organizzazione sviluppa per guidare la gestione, l’uso, la protezione e l’ottimizzazione dei dati in suo possesso. Questo tipo di strategia è caratterizzata da una identità che tiene conto costantemente dello sviluppo di tecnologie, metodi e competenze al fine di garantire che i dati siano sempre utilizzati nel modo più efficace per raggiungere gli obiettivi aziendali, migliorare le operazioni e ottenere vantaggi competitivi. Di norma la struttura di una data strategy può mutare a seconda delle esigenze specifiche dell’organizzazione di riferimento, pur includendo una serie di diversi elementi chiave che tendono a riproporsi di caso in caso. Uno dei motivi principali di questa varianza di manifestazioni è ovviamente la stretta connessione del tipo di data strategy adottato da una organizzazione e gli obiettivi generali dell’organizzazione stessa, cui la strategia gestionale delle informazioni è pensata per essere allineata. Tra i numerosi obiettivi in questo senso si possono prendere in considerazione il miglioramento dell’efficienza operativa, l’ottimizzazione della customer experience, lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi, l’aumento del profitto, le garanzie di conformità normativa, e così via. Tra le funzioni svolte nel complesso dalla data strategy vanno naturalmente ricordate tutte quelle relative alla governance dei dati stessi, ovvero in linea generale le politiche, i processi e le procedure per la gestione, l’accesso, la sicurezza e la conformità dei quanta informativi. A quelle elencate va sicuramente aggiunta l’azione di attribuzione di responsabilità e la definizione dei ruoli necessari a garantire la qualità e l’integrità dei dati.
La data strategy di uno specifico contesto organizzativo descrive anche l’infrastruttura tecnologica necessaria per gestire i dati dell’organizzazione, comprese le piattaforme di gestione dei dati, i sistemi di archiviazione, le reti e le soluzioni di sicurezza. Da questa prospettiva la strategia dati gioca un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda l’integrazione di eventuali dati provenienti da fonti diverse e la standardizzazione dei formati delle informazioni, ma soprattutto l’utilizzo dei dati per generare valore attraverso l’analisi dei medesimi e lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale.
Da un punto di vista più strettamente normativo e organizzativo fa parte dei compiti della strategia gestionale dei dati di una azienda l’insieme dei canoni di protezione dei dati sensibili e la conformità alla legislatura vigente, come il GDPR o altre leggi sulla privacy dei dati. In questo ambito rientrano politiche e procedure per la gestione dei dati personali, la crittografia dei dati, il monitoraggio degli accessi e la gestione delle violazioni dei dati. Va da sé che una strategia efficace dei dati richieda anche una cultura aziendale che valorizzi l’importanza degli stessi e competenze adeguate a gestirli in modo efficace. Questo può includere programmi di formazione per i dipendenti e la creazione di squadre dedicate alla gestione dei dati.
La FCSP
La Fondazione Compagnia di San Paolo (FCSP) è una delle principali realtà filantropiche italiane, con una solida reputazione e una lunga storia istituzionale. La FCSP occupa una posizione di rilievo nel panorama italiano per le sue generose erogazioni e per il suo patrimonio solido, classificandosi tra le prime in entrambe le categorie secondo PHILEA, l’associazione europea delle fondazioni filantropiche. La Fondazione ha una lunga storia istituzionale e gode di una reputazione ampiamente riconosciuta. Si impegna principalmente nello sviluppo inclusivo e sostenibile, nel rapporto tra ambiente e comunità umana, e nella promozione della cultura e della conoscenza come strumenti di crescita individuale e sociale. La FCSP gestisce i suoi asset in modo indipendente e utilizza i rendimenti per interventi di utilità collettiva, concentrati principalmente nello sviluppo inclusivo e sostenibile, nella promozione della cultura e della conoscenza, e nel supporto ai più vulnerabili, valorizzando la diversità. La Fondazione ha una forte radicamento nel territorio di Torino e nel Nord-Ovest Italia, ma promuove anche legami e interazioni a livello europeo e mondiale. Il “Gruppo Compagnia” include diverse entità non commerciali e indipendenti, ognuna con specifiche funzioni di interesse pubblico.
“La filantropia moderna si affida sempre più alla disponibilità di una varietà di dati per affrontare le sfide sociali e garantire l’efficacia, la trasparenza e l’impatto delle iniziative benefiche. L’esempio della Data Strategy 2023-2030 della Fondazione Compagnia di San Paolo, può fornire un quadro di riferimento per il lavoro futuro in questa prospettiva, documentando i risultati finora ottenuti e definendo le sfide future verso il 2030.”
La Compagnia e la rivoluzione dei Dati
Se non consideriamo alcuni tentativi precedenti il vero e proprio avvio per la trasformazione della Compagnia in una Fondazione profondamente e compiutamente data-driven, risalgono al 2017 in relazione all’inizio del primo mandato del Presidente Francesco Profumo, particolarmente sensibile a queste tematiche. Nacquero allora i primi cantieri orientati in tale senso. Nell’anno successivo 2018, mentre si dava inizio alle prime forme di rigorosi assesment di maturità organizzativa in ambito raccolta, gestione e utilizzo dei dati, si registravano contemporaneamente le prime esperienze con una selezione di unità organizzative interne per l’ottimizzazione dell’operatività (collezione informazioni, automatizzazione dei processi, analisi delle evidenze). Un ulteriore passaggio assolutamente determinante si ebbe nel 2019 con la nascita della Direzione Innovazione di Impatto che ereditò tutte le principali funzioni legate alle azioni innovative e alla ricerca interna. Ed è proprio la Direzione Innovazione di Impatto a guidare il progetto di implementazione di un Enterprise Data Warehouse della Compagnia, vale a dire il sistema unico e pervasivo di gestione dei dati progettato per integrare e archiviare grandi quantità di informazioni provenienti da varie fonti all’interno di un’organizzazione. Questo tipo di architettura dati è progettato per supportare le esigenze di analisi e reporting su scala aziendale. Nel nuovo framework digitale confluiscono i dati provenienti dai precedenti sistemi gestionali interni -tutti più o meno compartimentati e caratterizzati solo da un minimo di dialogo reciproco- e dalla piattaforma nota come ROL (“richiesta on-line”) attraverso la quale sono raccolte tutte le richieste di contributo alla Fondazione.
Verso il 2030
La data strategy di FCSP è connotata da uno spirito di innovazione costante e, se si è fatto molto in questi ultimi anni, almeno altrettanto si progetta di portare a termine da qui alla simbolica milestone del 2030. Tra gli obiettivi degni di maggiore nota, va sicuramente annoverato un generale rafforzamento a 360° dell’uso dei dati per il monitoraggio dell’attività filantropica in termini diretti (esito dei progetti operativi) e in termini indiretti (azioni generate dagli enti beneficiari dei sostegni della Fondazione). Di pari passo, sarà necessario provvedere ad un empowerment significativo tanto delle competenze interne quanto di quelle degli enti coinvolti nelle azioni di supporto e di granting della Compagnia, con l’obiettivo di sfruttare al meglio le nuove opportunità messe a disposizione dalla rivoluzione digitale della Fondazione. Gli sforzi di innovazione portati a termine in questi anni nell’ambito dati – a livello di ricerca, sviluppo tecnico, metodologia e analisi – sono sempre stati accompagnati da una spinta alla condivisione e disseminazione delle esperienze, con la convinzione che la Compagnia, in quanto grande Fondazione con competenze e disponibilità economiche e tecniche importanti, dovesse ove possibile assumere anche un ruolo di riferimento per le altre fondazioni. Questo impegno non si esaurisce con l’esperienza attuale ma dovrà sempre accompagnare le altre sfide della Data Strategy.