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Testimoni e custodi, la street art è di tutti | Oriana Rizzuto

Testimonianza di Oriana Rizzuto
per Fondazioni settembre 2023

Oriana Rizzuto è curatrice di “Street art for rights”, un progetto dedicato alla street art, nato sulla scorta dell’esperienza di MarteLive, un festival multi-disciplinare nato a Roma nel 2001 per opera di un gruppo di studenti della Facoltà di Economia dell’Università Roma Tre e dell’Accademia delle Belle arti. 

l tema della partecipazione culturale è centrale per il progetto “Street art for Rights”, che nasce dalla forte volontà di legare all’arte di strada il tema dei diritti. L’idea era quella di non limitarci alla realizzazione di opere, ma di affiancarle a un dibattito sui diritti della persona, dei territori, delle comunità. Da anni portiamo artisti italiani e internazionali a parlare nei territori, nelle scuole, per discutere del senso delle opere e dei temi ai quali si riferiscono. Dopo aver vinto un bando triennale del Comune di Roma abbiamo cominciato un percorso per la realizzazione di 17 opere legate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Siamo stati in diversi quartieri di Roma. Qui, prima di tutto, abbiamo parlato con i cittadini di lotta alla povertà, disuguaglianza di genere, diritto al cibo e cambiamento climatico. Questo ha creato un grande coinvolgimento degli abitanti intorno alle opere che avremmo realizzato. E tutto questo ha innescato un percorso che ha incoraggiato le persone a divenire custodi e testimoni delle opere. Oggi, quando qualcuno viene a visitarle da fuori, le persone sono lì, pronte a intervenire. L’idea è che l’opera possa staccarsi dall’artista e divenire parte del territorio e della comunità che lo abita. Questo non sempre funziona con tutte le persone, la questione della partecipazione culturale non viene vista come prioritaria da alcuni abitanti di spazi che, spesso, soffrono di una mancanza di servizi di base.

“La partecipazione si costruisce coinvolgendo le persone, ascoltandole, spiegando e facendosi spiegare”

Il nostro lavoro è quello di raccontare dell’esistenza di fondi dedicati all’arte e alla cultura, parlare di progettazione, soprattutto ai più piccoli, cercare attraverso il nostro lavoro di creare nuove reti di professionisti che possano portare altre competenze sui territori. Siamo consapevoli che, più che un murale sulla parità di genere, alle ragazze servano spazi, strade, servizi, ma il nostro ruolo è quello che compete a un’associazione culturale: accendiamo un faro su questi spazi e cerchiamo di innescare conversazioni sui temi, coinvolgendo le persone che abitano gli spazi. Delle tante opere realizzate una delle più recenti è stata fatta in periferia, a Corviale, il condominio di un chilometro conosciuto come “Serpentone” a Roma. Recentemente mi è capitato di vedere un film in cui alcune scene erano girate proprio sotto il murale e mi sono davvero emozionata. Ho ripensato a tutto il lavoro fatto per realizzare il murale più alto della città di Roma, quaranta metri realizzati dall’artista olandese JDL. Quando abbiamo cominciato abbiamo notato delle scritte dei ragazzi del quartiere alla base della parete. JDL ci ha chiesto di tradurle e abbiamo scoperto che per la maggior parte erano messaggi di amore. Abbiamo voluto lasciare lì i messaggi spostando il murale più in alto e lasciando altro spazio per scrivere. La partecipazione si costruisce tramite questo tipo di azioni, coinvolgendo le persone, ascoltandole, spiegando e facendosi spiegare. L’esperienza di Street art for Rights ci racconta questo e continuerà a farlo.

Dalla rivista Fondazioni luglio – settembre 2023