“Credo nel potenziale dei bambini. Noi dobbiamo solo tirarlo fuori, aiutarli a capire quali sono le loro capacità in un luogo di divertimento, come il parco. Non si tratta di fare educazione fisica come a scuola, noi non siamo maestri e non dobbiamo trasmettere dei contenuti. Vogliamo promuovere la salute sportiva in individui in crescita”.
Sofia Amato ha 21 anni, frequenta il terzo anno di Scienze dell’Educazione a Bergamo per diventare educatrice di nido. È coordinatrice territoriale per Coach di quartiere, un progetto sostenuto dalle Fondazione della Comunità Bergamasca e della Fondazione Dalmine per promuovere la cittadinanza attiva tra i giovani.
Sofia è infatti una giovane tra i volontari che, attraverso un percorso formativo tenuto da educatori sportivi professionisti e promotori dell’Educazione Non Formale (agenzia educativa Orma), sono diventati coach di quartiere, organizzando regolarmente attività sportive gratuite a bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni, in diverse frazioni del bergamasco.
In questa seconda edizione del progetto, i piccoli coinvolti sono circa 120. “Si tratta soprattutto di bambini che non fanno sport per difficoltà economiche della famiglia, che provengono da famiglie numerose con difficoltà logistiche ad accompagnare tutti i figli, che non praticano sport specifici e i più timidi che, anche a causa del Covid-19, hanno maggiori difficoltà a relazionarsi” spiega Sofia.
Con il patrocinio di Fondazione Candido Cannavò e di Coni Lombardia, e con la collaborazione di “AGESCI Scout Dalmine”, “ENAIP Bergamo” e degli Istituti scolastici “ISIS Einaudi”, “IC Aldo Moro” (plesso Alighieri e De Amicis) e “IC Giosuè Carducci” (plesso Manzoni e Carducci), il progetto stimola un clima di fiducia nella comunità tramite momenti di valorizzazione degli spazi pubblici, la promozione di nuove relazioni sociali e la creazione di nuove figure educative di riferimento territoriale.
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