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Alle porte di Pistoia, una nuova casa per ragazzi autistici

Nella frazione di Bonelle, alle porte di Pistoia, vede la luce la Casa di Agrabah, destinata all’avvio di un percorso sperimentale di coabitazione volto allo sviluppo dell’autonomia nei giovani adulti con autismo. L’appartamento è stato realizzato dalla Fondazione Raggio Verde con il sostegno della Fondazione Caript, nell’ambito del bando Socialmente 2021, e il contributo della Fondazione Giorgio Tesi Onlus. Il progetto è stato affidato e curato dalla start up fiorentina DU IT (Design for user innovation technology).

L’idea della Casa di Agrabah è nata nell’ottica del “dopo di noi” ed è stata realizzata con l’obiettivo di offrire uno strumento utile a condurre persone con disturbi dello spettro autistico verso percorsi di vita indipendente. Gli ambienti interni della struttura sono stati accuratamente progettati e arredati, anche con suggestive dotazioni tecnologiche, al fine di incoraggiare le competenze, le attitudini e rispondere ai bisogni specifici dei partecipanti. Vi saranno accolti gruppi di quattro adulti (più un operatore), che avranno la possibilità di sperimentare, in un contesto protetto e familiare, la quotidianità lontano da casa, seguendo un training per proiettarsi verso l’autonomia, facendo esperienza di relazioni di vita in comune e di vicinato. L’immobile, che è stato messo a disposizione dall’associazione Agrabah, si trova in un quartiere ricco di servizi e ben collegato dai mezzi pubblici.

«Nel corso degli anni abbiamo accompagnato le importanti iniziative, prima di Agrabah e poi di Fondazione Raggio Verde, attraverso le quali vengono aiutate tante persone in difficoltà e le loro famiglie. Dall’inaugurazione della Casa di Gello – afferma Lorenzo Zogheri, presidente Fondazione Caript– un progetto il cui avvio è stato interamente finanziato dalla Fondazione Caript, in sostanza non abbiamo mai fatto mancare il nostro supporto. Siamo perciò orgogliosi di essere tra i protagonisti di una nuova tappa di questo percorso, una tappa molto rilevante perché si tratta di un progetto sperimentale che agisce su uno degli aspetti più angoscianti di chi vive le conseguenze dell’autismo, cioè il “dopo di noi”. Lo abbiamo fatto per alleviare situazioni di reale sofferenza: per chi è affetto da autismo e per chi vede un proprio congiunto dovere affrontare la vita con il fardello di questo disturbo». 

Per scoprire il progetto cliccare qui