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L’impatto sul futuro del Paese delle comunità educanti | Marco Rossi-Doria

Editoriale di Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini
da Fondazioni, ottobre 2021

Con i Bambini, nel dare piena attuazione agli obiettivi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha individuato come strategica la funzione delle “comunità educanti”, ovvero alleanze educative con e tra tutti coloro che, con specificità e responsabilità differenti, sono interessate allo sviluppo dei diritti dei minori e, a tal fine, costituiscono una stabile alleanza ed un patto territoriale. Sono patti tra mondo della scuola, della formazione, del Terzo settore, delle fondazioni e con le istituzioni e gli enti locali, ma anche naturalmente con le famiglie e, sempre più, con gli stessi ragazzi.

Creare alleanze attraverso ampi partenariati non è solo un requisito formale per accedere ai bandi di Con i Bambini: è prima di tutto una visione, una scelta di fondo che suscita trasformazione in meglio nella vita concreta di bambini e famiglie, e nelle stesse comunità e nel Paese. E’ dare senso compiuto al nome stesso dell’impresa sociale, con un’accezione sempre più larga avviando collaborazioni con altri enti anche per cofinanziare interventi sul territorio, sia con soggetti pubblici come Comuni e Regioni, sia privati e profit. E anche con il mondo dell’informazione e dei giornalisti, intesi come parte integrante di questa grande comunità. I compiti educativi sono eminentemente politici, perché riguardano la funzione umana dell’apprendere e l’insieme, complesso, di relazioni sociali e determinazioni pubbliche che disegnano il passaggio di consegne tra generazioni.

La pandemia ha reso questo carattere politico dell’educare ancor più evidente. Siamo tutti chiamati ad esercitare con maggiore consapevolezza di prima la funzione educativa comune, nel riconoscimento reciproco delle diverse funzioni e dei differenti ruoli di ciascuno. Questa funzione politica delle comunità educanti si sostanzia in compiti, che devono tener conto, innanzitutto dell’oggi, rispondendo ai bisogni educativi che emergono. In primo luogo dobbiamo “dare parola” – insieme a bambini e ragazzi – alle cose che sono accadute nella loro vita (mancata socializzazione, affettività, apprendimento circolare tra pari, limitazioni nelle attività, ecc).

Costruire patti educativi richiede un lavoro costante di prossimità e di relazione educativa, che non assume la stessa forma dappertutto. Le disuguaglianze e le povertà sono cresciute enormemente. E, dunque, c’è una scelta da fare – anch’essa politica: si deve partire dai più fragili, da chi, nei primi anni della vita, è già candidato all’esclusione. E sono davvero tante e tanti. Troppi. L’azione innovativa fuori e dentro la scuola va costruita in un contesto di apprendimento largo, che comprenda nuovi spazi, nuovi tempi e nuovi modi. Occorrono inoltre luoghi stabili di confronto su come stanno andando le cose, basati sulle esperienze, sui “diari di bordo” dei progetti.

I patti di comunità si devono occupare anche di essere militanti a favore del comma 2 articolo 3 della Costituzione. Proprio per favorire i luoghi stabili di confronto abbiamo avviato un’attività di identificazione, riconoscimento e valorizzazione delle “comunità di pratiche” che si sono sviluppate a partire dai progetti finanziati dal Fondo, con l’obiettivo di promuovere la messa in rete tra soggetti che lavorano su uno stesso territorio e sugli stessi temi per favorire l’emergere di un repertorio condiviso di modelli teorici e operativi utili per orientare sia la nostra programmazione sia, auspicabilmente, le politiche in ambito educativo e sociale. Ma è bene sottolineare che l’impatto sul futuro del paese delle comunità educanti dipenderà, in misura decisiva, dalla crescita del protagonismo di ragazzi e bambini che, fin da molto piccoli, devono poter dire la loro entro comuni processi di progressivo apprendimento di cittadinanza. Le grandi crisi planetarie chiedono infatti che la costruzione di futuro passi presto nelle mani di chi quel futuro lo dovrà vivere. Il garantire questo è oggi parte irrinunciabile di ogni proponimento delle comunità che educano.

Da Fondazioni, ottobre 2021