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Accoglienza e integrazione

La storia del mondo è storia di migrazioni, di attraversamenti, di contaminazioni tra popoli e culture». Lo dice chiaramente Paolo Cavicchioli, presidente di Fondazione di Modena e vicepresidente di Acri, con cui abbiamo fatto il punto sul tema. Di fronte alle migrazioni non servono risposte emergenziali, ma prospettive di lungo periodo, di natura strutturale, capaci di governare un fenomeno che segna la nostra epoca e chiama tutti a una precisa assunzione di responsabilità. «Insieme agli Enti locali e alle organizzazioni del Terzo settore, le Fondazioni di origine bancaria si sono attivate per dare attuazione al principio di sussidiarietà sancito dall’articolo 118 della Costituzione e si sono fatte carico di elaborare soluzioni concrete per fronteggiare la sfida dell’accoglienza dei migranti».

Dall’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati all’inserimento lavorativo, dalla formazione al supporto nel delicato percorso di integrazione: sono tanti gli aspetti di cui le Fondazioni si prendono cura, promuovendo e sostenendo tante esperienze su tutto il territorio nazionale. Recentemente, proprio per fare il punto su questo scenario, la Fondazione di Modena ha organizzato un evento in streaming all’interno del Festival delle Migrazioni. Sono stati presentati alcuni progetti emblematici attraverso le testimonianze di chi se ne occupa. “WelcHome” è un progetto che permette alle famiglie di accogliere i minori stranieri non accompagnati, anche richiedenti asilo, sostenuto da Fondazione di Modena, promosso dal Comune di Modena e dall’associazionismo locale. C’è poi “Ragazzi Harraga”, che propone processi di inclusione sociale per minori migranti non accompagnati nella Città di Palermo, attuato dal Centro Italiano Aiuti all’Infanzia e sostenuto da Fondazione Cariplo. “School 4 Job”, progetto a cura della Cooperativa Sociale Arca di Noè, realizzato con il sostegno della Fondazione Carisbo, ha invece l’obiettivo di favorire lo scambio peer-to-peer di competenze utili alla ricerca attiva del lavoro tra giovani richiedenti asilo e studenti.

Infine, “Next”, realizzato da diversi soggetti tra cui Caritas e Ciac Onlus, con il sostegno di Fondazione Cariparma, favorisce l’incontro tra imprese alla ricerca di personale qualificato e soggetti fragili a cui si è data la possibilità di formarsi e di acquisire una qualifica professionale. «Dietro queste esperienze c’è lo spirito più profondo della nostra azione – commenta Cavicchioli –, una traiettoria comune che è il pragmatismo e la concretezza. Credo che derivino da un approccio tipico delle Fondazioni di origine bancaria, quello di rivolgersi ai bisogni cercando di definire strumenti e progettualità capaci di arrivare alle persone attraverso iniziative che riescono ad avere impatti positivi sulla società, non solo a favore dei beneficiari diretti ma di tutti i soggetti coinvolti. Inoltre, non vanno dimenticati gli elementi di innovazione e di sperimentazione che sono, anche questi, tipici delle Fondazioni di origine bancaria: mettere a sistema più attori, costruire reti, condividere strumenti e mezzi con i partner di progetto pubblici e privati». A queste esperienze locali, dal 2016, si è aggiunta un’iniziativa di sistema promossa dalla Commissione Cooperazione Internazionale di Acri, chiamata “Progetto Migranti”, sostenuta da un gruppo di Fondazioni.

«L’iniziativa, che ha ottenuto risultati molto positivi – afferma Andrea Corradino, presidente di Fondazione Carispezia, che guida la Commissione –, si muove su tre linee di intervento principali: consolidamento dei corridoi umanitari, sostegno alle attività di assistenza sanitaria e giuridica ai migranti giunti da poco in Italia o in fase di transito e, infine, supporto alle attività di soccorso in mare dei migranti». Gli interventi sono realizzati da diverse organizzazioni: Comunità di Sant’Egidio, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Oxfam Italia, Rainbow4Africa e SOS Mediterranée.

Nel 2021 l’iniziativa verrà replicata con il coinvolgimento di altre Fondazioni, per rispondere a un contesto reso ancora più grave dall’emergenza sanitaria. «Ritengo che le iniziative di cooperazione internazionale avviate da Acri e dalle Fondazioni siano ancora più importanti in questo momento – prosegue Corradino –. L’attuale situazione di emergenza sanitaria, in una circostanza che vede i Paesi dell’Occidente concentrare i propri sforzi nel contrastare gli effetti negativi derivanti dalla diffusione del Covid-19, rischia di distogliere l’attenzione dall’importanza di queste attività per quei Paesi più bisognosi di sostegno, nei quali la pandemia, in prospettiva, avrà effetti ancor più gravi a causa, in particolare, dell’inadeguatezza dei relativi sistemi sanitari»

Dal numero di Gennaio-Febbraio della rivista Fondazioni