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La fondatrice di Numero Zero riceve l’Onorificenza al merito della Repubblica italiana

Creare inclusione e fare cultura è l’obiettivo di “Numero Zero”, ristorante e spazio polifunzionale nel cuore di Perugia. Per questo progetto la fondatrice Vittoria Ferdinandi, trentaquattrenne del capoluogo umbro, ha ottenuto l’Onorificenza al merito della Repubblica italiana attribuita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a 36 cittadine e cittadini che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute.

«È un prestigioso riconoscimento – afferma la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Cristina Colaiacovo – che premia l’impegno in campo sociale di Vittoria Ferdinandi per creare un modello di eccellenza nel nostro territorio. Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di una realtà unica nel suo genere, un’eccellenza di inclusione socio-culturale che è stata presa come modello su scala nazionale. È la testimonianza che coltivando buone idee si possono costruire ponti per crescere e per superare barriere rispondendo concretamente ai bisogni delle fasce di popolazione più fragili e spesso emarginate della nostra comunità».

Inaugurato a novembre 2019, “Numero zero” – realizzato dall’Associazione RealMente, in collaborazione con la Fondazione La Città del Sole – ha infatti ottenuto il sostegno da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Il progetto è stato selezionato per il suo carattere innovativo, che ha saputo coniugare la creazione di un luogo di incontro e di offerta culturale aperto ad associazioni e cittadini. Con la realizzazione del primo ristorante inclusivo nella città di Perugia, dove la metà del personale è costituito da ragazzi in carico ai Servizi psichiatrici territoriali, il progetto ha saputo offrire loro una possibilità di inserimento sociale attraverso il lavoro, base fondamentale per la costruzione dell’identità. Attualmente chiuso a causa dell’emergenza sanitaria, nel ristorante lavorano otto persone con disabilità psichica che operano insieme a sei professionisti della ristorazione.

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