Nella copertina di questo numero della rivista trovate due equilibristi che, insieme, formano una figura unica, quasi fossero il prolungamento l’uno dell’altro. Forse è così che andrebbe affrontata la questione del Meridione, guardando ad una parte integrante e necessaria a costruire un corpo più grande.
Prima di tutto, quindi, bisogna osservare il Sud nella sua specificità, senza fare un paragone “non impossibile, ma sbagliato” con il Nord, come leggete nell’editoriale del direttore Giorgio Righetti.
In secondo luogo serve riconoscere e imparare dalle esperienze che si sviluppano nel Sud del nostro Paese. Un luogo non solamente geografico come ha scritto Giovanna Trento, raccontando il “Sud di Pasolini”, che ha inglobato “le borgate romane, Napoli, l’Africa subsahariana, l’India, lo Yemen, i ghetti afroamericani ed ogni orizzonte meridionale”, diventando un topos più che un luogo.
Tenendo a mente queste considerazioni abbiamo dialogato con il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano, che ci ha parlato del “diritto a restare” dei giovani del Sud. Marco Vitale, “bresciano e ghisleriano che ama il Mezzogiorno”, ha ricordato la storia di Marco Maffeis, bergamasco ammalato di Covid19, curato a Palermo. Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione Con il Sud ci ha presentato la sua visione per lo sviluppo del Mezzogiorno, che abbiamo provato a raccontare anche attraverso alcuni progetti sviluppati con il sostegno della Fondazione. Infine, con Franco Arminio abbiamo parlato dei paesi che possono essere “grandi luoghi dell’avvenire”.
L’incontro di questo numero è stato con Dacia Maraini, secondo cui abbiamo bisogno di un nuovo “slancio di umanesimo”. Per il nostro approfondimento regionale, abbiamo raccolto storie e progetti di Veneto, Friuli e Trentino, partendo con un’intervista a Gilberto Muraro, coordinatore della Consulta delle Fondazioni del Triveneto.
Per concludere, le consuete rubriche su storie e progetti realizzati dalle Fondazioni sui territori.
Buona lettura.