La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, nella rinascimentale sede di Palazzo Bisaccioni, ospita fino al primo settembre la retrospettiva «Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria», dedicata alla nota fotografa e grande intellettuale del Novecento.
Tina Modotti (1896-1942) portò avanti i propri ideali politici con una visione chiara e in una stretta fusione tra vita e arte. Ideata da Francesca Macera, che ha curato il percorso espositivo suddiviso in sei sezioni cronologiche. La mostra comprende sessanta fotografie di e su Tina Modotti provenienti dalla Galerie Bilderwelt di Berlino diretta da Reinhard Schultz.
Si comincia con la storia familiare di Tina Modotti giovanissima italiana emigrante negli Stati Uniti, dove fu da subito fondamentale l’incontro (e l’innamoramento) con l’artista canadese Roubaix de l’Abrie Richey. Un altro incontro importante fu quello con Edward Weston, il fotografo che la introdusse a questo mezzo espressivo. Con lui si trasferì in Messico, dove la sua attività fotografica andò avanti di pari passo con l’impegno politico rivoluzionario, che le costò la prigione a fine anni Trenta. Nell’ultima sezione è raccontato l’abbandono della fotografia in favore dell’esclusiva dedizione alla politica, fino alla misteriosa morte nel 1942.
Da segnalare la presenza in mostra del lungometraggio muto «The Tiger’s Coat», interpretato da una giovane Tina Modotti sbarcata a Hollywood per un breve periodo, come ricorda una sezione della mostra che nulla della sua vita e delle sue passioni lascia inesplorato.
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