Frammenti di colore grandi e piccoli, pennellate cromatiche decise che poi diventano segni a coprire e quasi ad annullare l’immagine ben definita e riconoscibile. È il volto di Manuel Fangio, pilota automobilistico argentino, pluricampione del mondo di Formula 1, un’icona della nostra contemporaneità. Il volto si staglia evidente in primo piano, guarda fuori con la volontà di travalicare il limite della cornice, raggiungere uno spazio forse più mentale che reale. «Dopo un accurato disegno, segue la pittura “alla prima”, senza ritorno, a memoria, come in un percorso ad ostacoli. Il tutto avviene in contemporanea, costruzione e decostruzione. Non ci sono un sotto e un sopra. Il colore deve sempre essere fresco e liquido al punto giusto». Così l’artista spiega il rinnovato suo modo di fare pittura.
Innovazione per Wainer Vaccari è scegliere un linguaggio che si inserisce fra il divisionismo di Seurat e il digitale attuale: l’opera subisce una scomposizione in piccole particelle dipinte a mano, quindi imperfette, fino alla ricomposizione di un’immagine apparentemente stabile, ma in realtà indeterminata e fugace. Nato a Modena nel 1949, Wainer Vaccari ha da sempre incarnato la continuità della tradizione figurativa, ma pur elaborando tale tradizione in una chiave di assoluta contemporaneità è riuscito a inventare un linguaggio innovativo, originale e autonomo. Le sue opere trovano ispirazione nelle diverse discipline, dalla letteratura al cinema, dal video clip alla musica rock, in ogni caso con l’uomo protagonista assoluto.
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