Ora et labora, è l’antica regola benedettina che fu osservata nel bel complesso conventuale femminile di San Michele a Salerno, costruito alla fine del X secolo dai Longobardi. Pare, nella sua seconda parte, quasi rivivere nel Piano di Valorizzazione di questa antica struttura, divenuta la sede istituzionale della Fondazione Carisal, presentato lo scorso 19 maggio nella prestigiosa cornice del Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile del capoluogo campano. L’obiettivo della Fondazione, con il suo ‘Progetto San Michele 2019’, è quello di offrire alla comunità uno spazio nel cuore della città antica, fruibile a fini sociali, culturali, museali, per accogliere laboratori, spazi a servizio della collettività. La mattinata è stata dedicata alla presentazione del Piano di Valorizzazione agli stakeholders del territorio, ovvero alla parte attiva dell’associazionismo operante nell’area di competenza della Fondazione Carisal.
Dopo il saluto del “padrone di casa”, l’Arcivescovo Metropolita di Salerno, Campagna, Acerno S.E. Monsignor Luigi Moretti, ha preso la parola il presidente della Fondazione, Alfonso Cantarella che ha illustrato l’impegno dell’Ente in quest’operazione innovativa e concretamente godibile per l’intera città e per i suoi operatori culturali e sociali, rivolgendosi in particolare alle giovani generazioni.
L’estensione del complesso conventuale da recuperare riguarda oltre mille metri quadrati, su quattro livelli complessivi, con accessi sia da via San Michele, sia da via Bastioni. Non si tratta però di una ristrutturazione tout court: la Fondazione mira a destinare a fini socialmente utili quanto recuperato, per cui ha avviato un’azione di ascolto online, con un questionario sui bisogni e le carenze territoriali.
Seicento risposte – il triplo di quelle preventivate, secondo la testimonianza dell’architetto Innamorato -; più di 60 idee-progetto pervenute, che hanno permesso la costituzione di una “Banca di Idee-progetto”.
Dall’analisi dei dati, illustrata dall’architetto Francesco Innamorato sono emerse alcune indicazioni diversificate: il 31% ha scelto un mix di destinazioni di tipo culturale, con mostre, musei tematici, attività convegnistiche e spettacolari; il rimanente 69% ha espresso preferenze per la cultura del cibo e la sana alimentazione (16%); la promozione dell’ambiente e della green economy, fra convegnistica, laboratori e attività formative per i green jobs (15%); co-working per il sociale (20%); la predisposizione di spazi per lo studio, la ricerca e la formazione (17%).
Conclusasi queste prima fase, verrà pubblicato un avviso per la presentazione di progetti di valorizzazione da parte di singoli soggetti o partnership, come organizzazioni del Terzo Settore, istituzioni, università e mondo economico e della ricerca, da far pervenire entro dicembre 2018.
Le proposte progettuali – lo ha sottolineato il presidente Cantarella – dovranno essere in linea con i settori d’intervento della Fondazione, capaci di sviluppare effetti positivi, concreti e misurabili, impattando virtuosamente sullo sviluppo sociale, economico e culturale; infine, last but not least, tali proposte dovranno essere economicamente sostenibili.
L’architetto Silvia Lanzani, componente del Gruppo di lavoro che ha la regia del Piano di valorizzazione, ha poi illustrato le specificità dello stabile, che è unico e suggestivo per i suoi affreschi in alcuni ambienti, i materiali, i diversi caratteri architettonici e gli spazi verdi che accoglie. Assai coinvolgente, infine, la testimonianza del presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca onlus, Carlo Vimercati, che ha illustrato l’esperienza di eccellenza e di utilità sociale attraverso un fundraising sul territorio, anche con la sollecitazione di lasciti testamentari, svolto dalla propria Fondazione e promosso dalla Fondazione Cariplo. Un caso-pilota replicabile per il grado di coinvolgimento sociale che è capace di generare.
Infine, il dibattito: molti gl’interventi, in cui ciascuno ha dato voce alle esigenze sociali, culturali, giovanili e non, di Salerno, a dimostrazione che la città è estremamente bisognosa di un’iniziativa di questo tipo, avendo saputo la Fondazione Carisal intercettarne le istanze e le necessità.