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Il Cimitero ebraico di Bologna: una scoperta da valorizzare

“Il cimitero ebraico di Bologna: un percorso tra memoria e valorizzazione” è il titolo dello studio che sta per essere pubblicato grazie al sostegno della Fondazione del Monte, frutto del lavoro di un gruppo di ricerca che ha visto collaborare la soprintendenza di Bologna, Reggio Emilia e Ferrara, la Comunità ebraica, l’Università di Bologna e alcuni ricercatori indipendenti. Il cimitero ebraico è stato scoperto recentemente nei pressi del monastero di San Pietro Martire in via Orfeo e per questo inizialmente gli studiosi l’avevano ritenuto un luogo legato al culto cristiano. In seguito, però, le ricerche storiche e archivistiche hanno ricostruito la storia dell’area, riconoscendola come sede dell’antico cimitero degli ebrei. Il primo documento che ne parla è conservato nell’archivio di stato di Bologna: risale al 1393 e fa riferimento all’acquisto di un appezzamento di terreno da parte di Elia, componente della famiglia ebraica dei Da Orvieto. poi, però, nel XVI secolo il papato emanò una serie di restrizioni durissime nei confronti della popolazione ebraica, fino ad arrivare alla loro espulsione dalle terre dello stato pontificio. Nel 1569 l’area del cimitero ebraico venne donata alle suore della vicina chiesa di San Pietro Martire, dando loro facoltà di “disseppellire e far trasportare dove a loro piaccia i cadaveri, le ossa e gli avanzi dei morti”.

Il cimitero ebraico medievale di Bologna è il più grande attualmente indagato in Italia: il suo studio sarà fondamentale per la ricostruzione della storia della comunità ebraica bolognese e del suo ruolo nella società contemporanea. Lo scavo archeologico ha restituito 400 tombe a inumazione, delle quali oltre 150 mostrano segni di manomissioni volontarie.

Nella foto anelli rinvenuti nell’area del cimitero

“Fondazioni” settembre-ottobre 2018